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Ma i DJ usano ancora i vinili?

di Redazione
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L’eterno dibattito analogico-digitale ha segnato gli anni recenti tra gli audiofili e il tema non ha risparmiato neanche la figura del dj. Spesso, infatti, si è discusso sull’opportunità per chi è in consolle di ricorrere all’uso dei vinili piuttosto che a software digitali per mixare musica e passare da un brano all’altro.

Oggi, quindi, l’interrogativo che si pongono in molti è se i disc-jokey utilizzano ancora i vinili, e se tale usanza è ancora abbastanza diffusa tra la categoria a dispetto di una diffusione costante delle tecnologie digitali nei dj-set.

Può risultare interessante allora esaminare le diverse scuole di pensiero formatesi in questi anni sull’utilizzo dei giradischi da parte dei dj, figura diventata sempre più popolare nel mondo della musica grazie ai festival con folle oceaniche di pubblico e alle collaborazioni sempre più frequenti con i protagonisti della scena mainstream. Vedremo anche come la maggior parte dei dj scelgono di condurre i loro set e quanti ancora dedicano attenzione allo storico 45 giri.

I vinili nei dj set: perché c’è chi li utilizza ancora

Nonostante la tecnologia digitale abbia completamente rivoluzionato il suono in consolle e quasi tutti i dj si siano adattati al cambiamento ricorrendo alle nuove tecnologie e software, ancora oggi il vinile resiste in alcuni casi.

Ci sono disc-jokey che continuano ad utilizzare i vinili durante i loro set: c’è chi ha provato a passare al suono digitale ma è tornato al vecchio giradischi perché non si è trovato bene con il cambiamento, ma anche chi si affida ad entrambe le tipologie di suono adattando il proprio set in base alla serata e al contesto. Se i vinili esercitano ancora oggi tanta presa su alcuni dj è perché esso conserva alcuni pregi che i moderni software non possono offrire agli audiofili.

Innanzitutto, il vinile mantiene una resa sonora più elevata rispetto agli odierni formati mp3, convinzione sempre più forte tra i nostalgici del giradischi. I dj che si servono del vinile lo fanno anche perché prediligono il contatto fisico con lo strumento, aspetto che con le moderne consolle viene indubbiamente meno. Lo “scratch”, gesto tipico del dj, se fatto con il vinile regala tutte altre sensazioni a chi lo applica ma anche a chi lo ascolta in pista.

C’è anche chi continua a utilizzare i vinili per distinguersi dalla massa: il giradischi, infatti, viene portato in pista ormai da una piccola parte di dj che però in questo modo possono identificarsi con un loro stile. Tra i dj più famosi che suonano nei loro set (anche) con i vinili c’è sicuramente Carl Cox la cui passione per il caro vecchio giradischi è nota sin da quando era piccolo; non a caso è soprannominato “Three Deck Wizard” (re dei tre piatti) poiché è stato il primo dj a suonare con tre vinili sulla propria consolle. Altri pilastri della techno che amano integrare le loro performance con i vinili sono, tra gli altri, Ricardo Villalobos e Richie Hawtin.

Oltre i vinili: le tecnologie digitali di oggi

La maggior parte dei dj professionisti oggi utilizza una combinazione di vinili e formati digitali. Questi ultimi hanno cambiato il modo di suonare dei disc jokey regalando indubbiamente molti vantaggi e alcuni di loro affiancano l’uso del giradischi a queste sonorità.

L’introduzione di mixer digitali, lettori cd e computer portatili ha ampliato le possibilità di sperimentazioni nel corso di un dj set.

Le tecnologie digitali hanno portato grandi agevolazioni come la portabilità che permette di tenere archiviate un immenso numero di tracce musicali su un supporto molto piccolo come una chiave usb senza dover ricorrere al trasporto di tanti dischi fisici. Ne consegue una facilità d’uso notevole soprattutto per la possibilità di scegliere da un elenco sterminato di brani disponibili per i vari mixaggi.

Nonostante i vinili conservino un fascino senza tempo, è pur vero che essi sono diventati uno strumento di nicchia anche per il loro costo. Non c’è paragone, infatti, tra l’economicità di disporre di un supporto digitale dove tenere centinaia di brani e il costo di un oggetto vintage come il vinile.

Il dibattito analogico-digitale in consolle

Come detto, la contrapposizione tra le diverse scuole pensiero a sostegno rispettivamente dei vinili e dei formati in digitale ha finito inevitabilmente per coinvolgere anche il lavoro dei dj.

Molti appassionati di musica si schierano a favore della vecchia scuola, formatasi con l’utilizzo dei vinili in consolle; i sostenitori dei vinili ritengono che mixare con i giradischi, oltre a regalare una resa sonora di qualità più elevata, metta in mostra le vere abilità del disc jokey che deve saper maneggiare il disco ed essere attento a quando cambiarli. L’utilizzo dei 45 giri richiede al dj anche un’adeguata conoscenza del vasto repertorio di brani a disposizione per i tempi del mixaggio.

Di contro, non si può far finta di niente di fronte ai progressi delle tecnologie digitali. La quasi totalità dei dj si sono adattati inevitabilmente al nuovo corso sfruttandone tutti i vantaggi che questo formato presenta. Se, come gli amanti del vinile sostengono, la sostituzione del suono analogico abbia tolto un po’ di “umanità” all’arte del Djing è pur vero che i software digitali hanno consentito ai dj di sprigionare tutta loro creatività; con le nuove tecnologie, infatti, si sono moltiplicate le possibilità di sperimentare nuovi suoni e mixaggi.

In sostanza, gran parte dei dj oggi scelgono di combinare le infinite possibilità consentite dai suoni digitali con la qualità offerta dal vinile e non c’è un via che sia, in senso assoluto, migliore dell’altra: l’abilità di un buon dj si può notare a prescindere da un set solo con vinili o solo con formati digitali.

Foto di Wei-Cheng Wu su Unsplash