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Perché collezionare vinili

di Redazione
 
collezionare vinili

Come spiegare la rinnovata popolarità del vinile, e la sua “revenge” sul digitale? Cos’è che lo rende uno dei migliori articoli da collezione?

Ecco le 5 ragioni per cui è indispensabile avere vinili da collezione.

Qualità del suono

Partiamo da quella che sembra la più ovvia, ossia la qualità del suono. La riproduzione analogica provoca una serie di distorsioni armoniche. Fin qui, niente di straordinario: le troviamo anche nel digitale. 

Il fatto è che le distorsioni prodotte dal vinile risultano più eufoniche rispetto a quelle provocate dal digitale. È grazie a questo tipo di distorsioni se abbiamo la percezione di un suono più caldo e pieno: più naturale e autentico.

Estetica dei Vinili da Collezione

La copertina, le foto, le illustrazioni, i testi: anche l’occhio vuole la sua parte. Ed è solo attraverso i vinili che abbiamo fisicamente la giusta grandezza per apprezzare davvero la cura (a volte maniacale) che li ha prodotti.

Non è esagerato dire che molte copertine e retrocopertine sono così belle, fantasiose e originali da raggiungere lo status di opera d’arte visiva.

Qualche esempio? Dark Side of The Moon dei Pink Floyd, Aladdin Sane di David Bowie, Abbey Road dei Beatles.

Collezione vinili: un tocco vintage per il nostro arredamento

L’impatto di una collezione di vinili è infinitamente superiore a quello di un assortimento di cd. Oltre a riaffermarsi sul mercato musicale, i vinili da collezione sono diventati dei veri e propri articoli di arredo vintage. E possono parlare di noi più di qualsiasi altro oggetto della casa.

I modi per esporre la nostra collezione di dischi sono tantissimi: ordinati, dentro all’apposito mobile, o sugli scaffali della libreria; o ancora, da appendere al muro, come elementi decorativi, opere d’arte (e lo sono davvero).

Magia e ritualità

Molti ascoltatori lo confermeranno senza pensarci troppo: il vinile ha qualcosa di magico. E con questo non vogliamo sottovalutare gli aspetti concreti che lo rendono superiore al suo discendente, il cd.

Al contrario, l’elemento rituale è parte integrante della sua diffusione rispetto agli altri mezzi di fruizione musicale: il suono del disco che cade sul piatto; quello del braccio che si alza; il fruscio della puntina sul solco e il ronzio che precede l’inizio della musica… Per quanto possa sembrare irrazionale, tutto questo ci dà la sensazione di “avvicinarci” alla musica in un modo sconosciuto a CD e Mp3.

Come ha detto felicemente Nick Mason (aka il batterista dei Pink Floyd), ascoltare un disco in vinile «è come la cerimonia del tè per un giapponese»: il momento giusto per abbandonarci completamente alle note dei nostri artisti preferiti e preparare la nostra lista di vinili da collezione.

Costo

L’aspetto economico non è da sottovalutare. Mettere su una collezione di vinili può sembrare una spesa superflua.

Ma basta pensare ai soldi necessari per l’acquisto di un cd o dell’abbonamento a Spotify per capire che il vinile è sicuramente più conveniente.

Ragioniamo inoltre su un dato di fatto: la musica, da quando la ascoltiamo in rete, ha visto diminuire il suo valore. Acquistandola, le diamo invece il valore appropriato: abbiamo scelto di ascoltare l’album di questo artista e non un altro.

Tecnologia e longevità

Tra i supporti il disco in vinile è sicuramente quello più longevo.

La tecnologia con cui si produce un vinile non è affatto sofisticata, a differenza di quella del cd. Quest’ultimo ha una durata inferiore ed esige una tecnologia più complicata. Per non parlare dei file mp3, che scontano l’obsolescenza delle procedure necessarie alla riproduzione.

La musica è cultura!

Avere dischi in vinili da collezione non equivale al possesso di una qualsiasi altra merce. Last but not least, collezionare vinili significa avere a cuore il valore culturale della musica.

Se amiamo la musica, perché non concederci una vera esperienza di ascolto, piuttosto che limitarci a un click?

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