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Oscar 2021: vite ai margini, sogni e lotta politica sotto il segno della musica

di Redazione
oscar 2021 sound of metal

Le premiazioni della serata degli Oscar 2021 hanno decretato, insieme ai vincitori delle diverse categorie, il trionfo della musica.

In film come Sound of MetalSoul e Judas and the Black Messiah la componente musicale svolge un ruolo decisivo da più punti di vista.

In queste pellicole la musica infatti può funzionare come pretesto narrativo, accompagnare i vari episodi del racconto o perfino veicolare un messaggio politico.

Sound of Metal: dalla musica al silenzio

Sin dal titolo, il film diretto da Darius Marder ci fa pensare a The Sound of Silence dei mitici Simon & Garfunkel: ma il riferimento si rivela particolarmente calzante anche per la trama.

Il batterista Ruben e la sua fidanzata Lou formano il duo metal «Blackgammon». Vivono insieme in un camper e si spostano di continuo per le strade americane: le loro giornate sono scandite dai live tra un club e l’altro, ogni tappa del viaggio è segnata da un concerto.

Ex tossicodipendente ormai pulito da quattro anni, Ruben si accorge poco prima di un’esibizione di star perdendo l’udito. Dopo aver consultato uno specialista, si rende conto che le sue capacità uditive si stanno deteriorando progressivamente – in casi come il suo, in modo irrecuperabile.

Per un batterista si tratta di una condanna a morte.

Nonostante il medico gli abbia raccomandato di non esporsi a rumori forti, proverà a suonare lo stesso e a nascondere il problema alla fidanzata, fino a che la sordità, ormai quasi completa, non lo costringe ad accettare la nuova, dolorosa realtà. Grazie al sostegno che gli offre una comunità per sordi, Ruben sarà costretto ad accogliere il silenzio nella sua vita: senza però rinunciare alla speranza di tornare a sentire grazie a un impianto artificiale e di ricongiungersi con Lou…

Miglior sonoro e miglior montaggio

È un team di cinque tecnici del suono (Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michellee Couttolenc, Carlos Cortés e Phillip Bladh) a conquistare l’Oscar 2021 per miglior sonoro.

Sound of Metal infatti è una intelligente sperimentazione sonora, giocata sull’intreccio tra silenzio e rumore, dialogo e incomunicabilità. Anche quando non parla, il protagonista (interpretato da uno straordinario Riz Ahmed, attore e rapper di origine pakistana) riesce a farci sentire i suoi pensieri, lo strazio inesauribile di chi è stato cacciato dall’Eden.

La parte sulla comunità sorda – composta da persone realmente non udenti – colpisce per l’accuratezza documentaristica di diverse scene. Assistiamo a momenti vissuti nel più totale silenzio, accostati ad altri in cui il suono esplode e sentiamo l’impasto dei rumori prodotti da una classe di studenti o da un’allegra tavolata. Siamo virtualmente chiamati a vivere in prima persona l’esperienza della sordità.

Oltre il muro del suono

La storia di Sound of Metal nasce dalla vicenda biografica di Derek Cianfrance, che firma il soggetto del film. Attraverso Ruben, Cianfrance ha voluto raccontare la sua esperienza di batterista colpito dall’acufene: quello che conosciamo come «fischio all’orecchio», problema che affligge molti musicisti (e molto presente, per fare un esempio nostrano, in diversi brani di Prisoner 709 di Caparezza).

Per immergerci nella realtà vissuta dai sordi, il regista Darius Marder procede per sottrazione, senza mai scadere nell’overacting a cui tanti film di Hollywoood ci hanno abituato quando si parla di disabilità. Sia dal punto di vista della recitazione che da quello della costruzione delle scene non c’è mai nulla di ostentato: la scommessa è di indagare una percezione alternativa a quella comune, nella speranza che anche il silenzio possa comunicare.

Una lettera d’amore per il jazz: Soul

Joe Gardner insegna musica in una scuola media. È un appassionato pianista jazz, ma è ancora in cerca della sua occasione. Sembra finalmente trovarla il giorno in cui si prepara a debuttare suonando con un famoso quartetto nel migliore club della città. Purtroppo, camminando distratto dalla sua stessa felicità, cade in un tombino aperto: mentre il suo corpo giace in rianimazione in un ospedale, la sua anima giunge in uno strano luogo…

«Una lettera d’amore per il jazz»: così parla di Soul il suo creatore, Pete Docter, che incassa il suo terzo Oscar consecutivo dopo Up e Inside Out.

Miglior film d’animazione e miglior colonna sonora agli Oscar 2021

«Cercavamo qualcosa che fosse divertente da guardare, e il jazz lo era. Non lo suoni perché vuoi essere famoso, lo fai per divertirti» hanno dichiarato Pete Docter e il co-direttore Kemp Powers. Ma il valore della musica in Soul trascende i suoi confini abituali, cercando di dare una risposta alle «grandi domande».

La pellicola Disney-Pixar si aggiudica agli Oscar 2021 la doppia statuetta: miglior film d’animazione e miglior colonna sonora. Difficile descrivere la meraviglia suscitata dalla grafica, che fa sorridere ma riesce soprattutto a farci riflettere sulle questioni esistenziali che ci poniamo tutti: chi siamo e che senso ha la nostra vita. È per questo che Soul si allontana significativamente dall’immagine del classico “film per bambini”.

Gli arrangiamenti jazz sono firmati da Jon Batiste, musicista famoso in tutto il mondo, mentre la colonna sonora originale è opera di Trent Reznor e Atticus Ross dei Nine Inch Nails.

C’è una prima volta anche per la Pixar

Il miglior film d’animazione agli Oscar 2021 si fa notare anche per la scelta del cast: Soul è infatti il primo film Pixar con un protagonista nero.

Nella versione originale, Joe Gardner è interpretato da Jamie Foxx. Così il regista ha commentato il lavoro fatto insieme: «Jamie è stato fantastico. Molti elementi del personaggio sono stati plasmati su di lui: è un fantastico intrattenitore».

Fight for You: la lotta politica sulle note di H.E.R. e Dernst Emile II

Fight for You ottiene l’Oscar 2021 per miglior canzone originale: un inno contro le discriminazioni razziali che H.E.R. ha intonato per Judas and the Black Messiah, il film di Shaka King sulla storia di Fred Hampton, il leader di Black Panther. Il film, candidato a ben sei statuette, si è aggiudicato anche il premio per miglior attore non protagonista grazie a Daniel Kaluuya.

La rabbia degli oppressi e il loro bisogno di riconoscimento sono messi in risalto dal brano vincitore (musiche di H.E.R. e Dernst Emile II, testo di H.E.R. e Tiara Thomas). La dedizione alla causa dei neri si traduce nell’ultimo sacrificio del «Messia», tradito dai suoi fratelli e dalla macchina del ricatto economico. 

La musica di Fight for You ricorda le canzoni di grandi artisti del calibro di Marvin GayeCurtis MayfieldSly & The Family Stone. H.E.R., nome d’arte di Gabriella Wilson, è la cantautrice californiana che quest’anno ha raggiunto un altro traguardo importante: il Grammy per il brano I Can’t Breathe, le ultime drammatiche parole pronunciate da George Floyd che sono diventate il “manifesto” del movimento Black Lives Matter. Un successo dunque non solo artistico, ma che presenta anche un rilevante risvolto politico.

Provaci ancora Laura: solo nomination agli Oscar 2021

Niente da fare per Laura Pausini, giunta alle nomination agli Oscar 2021 con il brano Io Sì (Seen), scritto insieme a Diane Warren e Niccolò Agliardi, composto per la colonna sonora del film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti.

Nonostante non sia riuscita a portare a casa la vittoria, la cantante italiana si è detta felice dell’occasione avuta. «Aver cantato Io Sì sul palco dell’Academy» ha commentato Pausini alla fine della serata degli Oscar 2021, «è un sogno che mai avrei potuto sperare si avverasse».