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The Zealot Gene: il nuovo album dei Jethro Tull

di Redazione
 
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Dall’esordio nel 1968, quando uscì il loro primo album This Was, i Jethro Tull continuano a rappresentare una delle migliori forme di avanguardia musicale.

Dai successi di Aqualung a quelli di Thick as a Brick, fino agli ultimi album, la band di Ian Anderson e compagni continua a regalarci grande musica, caratterizzata dal suo inconfondibile stile.

Dopo il nostro approfondimento su Benefit, in attesa dell’uscita del nuovo album The Zealot Gene, soffermiamoci su alcuni aspetti dei Jethro Tull: lo stile, l’origine del nome, e qualche curiosità sul loro ultimo lavoro.

Lo stile: dal blues al progressive sulle note di un flauto

La carriera dei Jethro Tull è una delle più longeve della storia del rock. Il gruppo fu fondato infatti da Ian Anderson nel 1967, e conta all’attivo più di 3000 concerti che hanno toccato ben 40 Paesi di tutto il mondo, con più di 60 milioni di album venduti. Nonostante nel 2014 lo stesso fondatore avesse dichiarato che i Jethro Tull ormai non esistevano più, e che si sarebbe dedicato esclusivamente alla carriera da solista, nel 2017 la band è tornata in attività.

Negli anni, i Jethro Tull hanno assecondato un’evoluzione e una sperimentazione continua che li ha portati dagli esordi all’insegna di sonorità più tendenti al blues, passando per il folk rock e il progressive, fino all’hard rock, contaminando il tutto con improvvisazioni condite di jazz e di qualche tocco di musica classica.

Cercare di inserire i Jethro Tull in una sola categoria musicale è molto difficile. In generale, possiamo dire che i Jethro Tull facciano parte del mondo del progressive rock, anche se lo stesso Ian Anderson, in Living with the Past del 2002, smentisce questa affermazione, dichiarando che i gruppi progressive veri e propri sono quelli che fanno concept album.

Del resto, per capire quanta fatica facciano gli stessi addetti ai lavori a relegarli in una definizione, si pensi che nel 1989 l’album Crest of a Knave ricevette il Grammy come miglior disco heavy metal dell’anno. E pensare che gli altri candidati erano esponenti di primo piano di questo genere, come i Metallica e gli AC/DC.

Nonostante i cambiamenti di formazione, lo stile dei Jethro Tull rimane sempre inconfondibile, grazie soprattutto all’originalità di Ian Anderson: flautista, compositore di testi e musica, ma soprattutto leader artistico ed emotivo della band.

L’origine del nome

Non ci sono dubbi sul fatto che i Jethro Tull siano una delle band più conosciute e riconosciute nel panorama della musica internazionale. E sicuramente in molti si riconoscono nella frase che Owen Wilson pronuncia nel film Armageddon: lo fa infuriare la gente che pensa che Jethro Tull sia il nome di un componente della band.

In realtà il nome ricalca fedelmente quello dell’agronomo inglese del XVII-XVIII secolo, inventore della prima seminatrice meccanica, considerato pioniere della moderna agricoltura e importante attore nell’avvio della rivoluzione agricola inglese.

Ma perché fu scelto questo nome? Per scoprirlo bisogna fare un passo indietro e tornare agli albori di quelli che poi divennero i Jethro Tull.

A inizio carriera, durante gli anni Sessanta, la band suonava nei club londinesi utilizzando uno stratagemma che le consentiva di rimanere nel circuito: cambiare nome molto frequentemente. I nomi venivano inventati quasi sempre dagli agenti. Uno di loro, appassionato di storia, li battezzò per una serata con il nome dell’agronomo inglese Jethro Tull. E proprio quella sera il manager del locale confermò la loro presenza anche per altri concerti: una novità per Ian Anderson e soci, che interpretarono il tutto come un segno del destino. Decisero perciò di sceglierlo come nome definitivo: quello con cui si sarebbero poi affermati come uno dei gruppi rock più originali della storia.

The Zealot Gene: l’ultimo disco dei Jethro Tull

I fan possono gioire, dopo un’attesa durata ben 19 anni, nel tornare finalmente ad ascoltare un album in studio della band (l’ultimo fu The Jethro Tull Christmas Album del 2003).

The Zealot Gene è stato registrato tra il 2017 e il 2021, e presenta 12 tracce:

1. Mrs. Tibbets (5:54)
2. Jacob’s Tales (2:13)
3. Mine Is The Mountain (5:40)
4. The Zealot Gene (3:54)
5. Shoshana Sleeping (3:41)
6. Sad City Sisters (3:40)
7. Barren Beth, Wild Desert John (3:37)
8. The Betrayal Of Joshua Kynde (4:06)
9. Where Did Saturday Go? (3:53)
10. Three Loves, Three (3:30)
11. In Brief Visitation (3:00)
12. The Fisherman Of Ephesus (3:41)

In rete sono state pubblicate alcune anticipazioni, tra cui il singolo Shoshana Sleeping, pubblicato il 5 novembre scorso insieme a un video musicale.

L’album è venduto in varie versioni. Quella proposta da Discoteca Laziale, preordinabile sul sito, è la Deluxe White, con vinile bianco, composta da:

  • 3 LP
  • 2 Cd (di cui uno con demo e bozze iniziali)
  • Blu-Ray Artbook