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Breve storia della Musicassetta

di Redazione
 
storia musicassetta

Spesso pensiamo alla musicassetta come al classico reperto da museo, adatto per le generazioni meno giovani o per i nostalgici inguaribili. Ma si tratta di un atteggiamento ingeneroso: è proprio con la musicassetta che nasce l’idea della musica da ascoltare ovunque e in qualsiasi momento.

E se la “vecchia” cassetta fosse davvero un oggetto dimenticato in soffitta o al massimo un feticcio buono per band indipendenti, non si spiegherebbe come mai Justin Bieber abbia ripubblicato il suo album Purpose in questo formato, e perché i Pearl Jam abbiano deciso di fare lo stesso con il loro disco d’esordio Ten.

Dalla sua nascita alla Philips la musica su nastro ne ha fatta di strada, eppure sembra non invecchiare mai veramente: la musicassetta è ancora al nastro di partenza.

Musicassetta, «più piccola di un pacchetto di sigarette»

L’audiocassetta nasce nel 1962 per opera di Lou Ottens, ingegnere della Philips. Appassionato di tecnologia fin da ragazzo, Ottens aveva progettato un prototipo di registratore portatile a nastro: l’idea era quella di rendere la musica accessibile a tutti.

La prima musicassetta viene presentata a Berlino, nel 1963, con uno slogan accattivante: «Più piccola di un pacchetto di sigarette». Nella storia delle invenzioni che hanno cambiato il mondo questa è una data fondamentale: la musica diventa portatile. Il successo è immediato, ma anche duraturo: da quell’anno sono state vendute più di 100 miliardi di cassette.

Qualche nota tecnica

L’idea della musicassetta proviene da quella del nastro magnetico a bobina aperta, che rappresentava già dagli anni ’30 lo strumento di memorizzazione più “elastico” per l’informazione analogica e digitale. 

Si tratta di uno dei lasciti più importanti della fisica moderna: l’identificazione dell’esistenza di campi elettromagnetici e, più in particolare, la scoperta di una relazione tra fenomeni elettrici e magnetici.

Gli apporti dell’invenzione di Ottens sono sostanzialmente due: la miniaturizzazione del nastro e il sistema a due bobine a funzione invertibile.

Perché le musicassette conquistarono il mondo

La musicassetta delle origini era composta da un nastro magnetico, protetto da un involucro di materiale plastico. Successivamente vennero sviluppate altre modalità di cartuccia di nastro, come lo Stereo-8, ma la vera affermazione del supporto si deve alla Compact Cassette lanciata dalla Philips nel ’63.

Gli editori capirono presto il potenziale della musica tascabile. La produzione di massa di musicassette iniziò nel ’65, e le case discografiche pubblicarono così i primi album su cassetta.

L’eccezionale diffusione della musicassetta ha più di una ragione. Innanzitutto, la maneggevolezza e la comodità: in uno spazio minimo è possibile far entrare una quantità notevole di musica. Inoltre la musicassetta è facile da usare (tanto per la riproduzione che per la registrazione) ed è assolutamente versatile, dato che si può utilizzarla non solo in ambito musicale, ma anche privatamente, per registrare interviste o messaggi vocali. Infine, un motivo non meno importante degli altri, il fattore economico: la musicassetta costa poco, riuscendo a esaudire così il sogno del suo inventore, Lou Ottens, e allargare infinitamente il campo di fruizione della musica.

L’epoca d’oro della cassetta: il Walkman

Musicassette e dischi in vinile sono stati per diversi anni gli unici supporti per la riproduzione musicale a godere di un’espansione capillare. Ma la musicassetta trovò nuova linfa nel Walkman, prodotto da Sony e commercializzato dal 1° luglio 1979.

Grazie a questa evoluzione divenne possibile ascoltare musica ovunque utilizzando delle cuffie audio. Le migliorie nella qualità dei nastri furono un altro punto a favore: al nastro standard si aggiunse presto il nastro «cromo», che garantiva una performance superiore.

I prezzi dei primi modelli di Walkman erano piuttosto alti, ma nel corso degli anni ’80 Sony fu in grado di produrli e venderli a prezzi più bassi. Il risultato fu la nascita di una nuova icona giovanile.

La musicassetta è un prodotto del passato?

lettori portatili per CD, verso la fine degli anni ’90, hanno inferto un duro colpo alle audiocassette, che registrarono un’importante flessione nelle vendite. Sony continuò a produrne fino al 2010, quando annunciò la conclusione della fabbricazione e della distribuzione.

Eppure non possiamo dire che la musicassetta sia scomparsa del tutto. E bisogna dire che, paragonata agli altri supporti, si difende bene sia dal punto di vista della qualità dell’audio che da quello della longevità (i CD si deteriorano molto più facilmente).

I dati delle vendite di musicassette

Sembra un paradosso, ma è la realtà: più ci addentriamo nell’era dello streaming e del digitale, più ci sentiamo attratti dall’analogico. E questo, analogamente a quello che è successo con il vinile, non sembra dipendere dal solito “effetto nostalgia”. 

Perché i dati delle vendite mostrano che ad acquistare audiocassette c’è un’ampia fascia di giovani e giovanissimi. Nel primo semestre del 2020, le vendite sono aumentate del 103%, una cifra piuttosto eloquente. Nel Regno Unito, tra le cassette più vendute troviamo Lady GagaDua Lipa e Selena Gomez.

Altro che nostalgia: il fascino per il nastro sembra guadagnare nuovi adepti.