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Pink Floyd – The Wall, 40 anni fa la prima del film a Londra

di Redazione
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Il 14 luglio del 1982 avvenne uno dei più iconici incontri tra il cinema e la musica: all’Empire di Londra venne proiettata la prima del film Pink Floyd – The Wall, trasposizione cinematografica del concept album registrato dai Pink Floyd nel 1979.

Il lungometraggio venne diretto dal regista britannico Alan Parker. Il film segnò una tappa fondamentale nell’evoluzione della band, in quel periodo all’apice del successo musicale, ma anche in quella delle altre rock band. Pink Floyd – The Wall riscosse grande successo tra i fan della band. Il film venne presentato fuori concorso alla 35° edizione del Festival di Cannes, alla mezzanotte del 22 maggio 1982.

Da dove nasce il film: l’album The Wall e l’apice del successo dei Pink Floyd

Pink Floyd – The Wall rappresenta uno dei più riusciti e noti incontri tra la musica e il grande schermo. Pur essendo un film musicale non si tratta di un musical, rappresentando un unicum nel suo genere.

I Pink Floyd venivano in quegli anni dal periodo più alto della loro popolarità anche grazie al concept album The Wall, registrato nel 1979, che gettò poi le basi per l’omonimo film. Ed è proprio l’immensa popolarità conquistata l’aspetto che consentì di dare vita prima all’album e poi al film.

The Wall è stato l’undicesimo album in studio della band britannica e forse il più iconico. I numeri testimoniano il suo grande successo planetario: nel 1980 fu l’album più venduto negli Stati Uniti ed è stato inserito dalla rivista Rolling Stone all’87° posto nella lista dei 500 migliori album

La trama dell’album anticipa quella del lungometraggio girato pochi anni dopo. Il racconto è incentrato su Pink – il protagonista – un artista che si chiude in sé stesso dietro un metaforico muro dopo aver vissuto diversi momenti duri quali la morte prematura del padre, l’esperienza spersonalizzante della scuola fino all’alienante vita da rockstar.

Il disco è un viaggio attraverso la vita del protagonista che parte con un’introduzione all’infanzia e all’adolescenza e prosegue ad analizzare il difficile rapporto con la madre e i fan. Dopo un isolamento accentuato dal divorzio con la moglie Pink apre un processo mentale per analizzare la propria vita con lo scopo di uscire dalla propria solitudine e arriva a una sentenza che lo “condanna” ad abbattere il muro e a reintegrarsi con l’umanità.

L’idea di Roger Waters e la nascita del film

Il crescente successo dei Pink Floyd continuava a riempire le arene e gli stadi; a metà degli anni Settanta la band era nella sua massima fase di popolarità. Roger Watersstorico bassista e songwriter della band, visse quel cambiamento con una sempre maggiore alienazione e distanza soprattutto dal suo pubblico spiegandolo con queste parole:

Il pubblico e quei concerti enormi si fanno, penso, per amore del successo. Quando una band o una persona divengono degli idoli, può avere a che fare col successo che quella persona manifesta, ma non più necessariamente con la qualità del lavoro che produce. Non diventi un fanatico perché il lavoro di qualcuno è buono, diventi tale perché sei toccato direttamente dalla sua fama e dalla sua attrazione personale. Le star dei film e del rock ‘n’ roll rappresentano in tal senso la vita che tutti noi facciamo. Questi si trovano davvero al centro della loro vita. Ed è questo il motivo per cui le masse spendono anche molti soldi per andare a vederli ad un concerto anche se si trovano a notevole distanza dal palcoscenico, talvolta scomodi, dove anche il suono si sente male.

Fu quindi questa sensazione di disorientamento nella band a dare l’input per una trasposizione cinematografica. Pink Floyd – The Wall dà la possibilità allo spettatore di calarsi nei panni di una rockstar nel pieno della sua fama. Un ruolo importante lo ricopre il fumettista inglese Gerald Scarfe con le sue suggestive animazioni di personaggi grotteschi che riempiono le parti narrative del film. Per la colonna sonora vennero usate tutte le tracce presenti nell’omonimo album ad eccezione di Hey You e The Show Must Go On

La trama di Pink Floyd – The Wall

Sulla falsa riga dell’album il protagonista del film è Pink (impersonato dall’attore-cantante Bob Geldolf), una famosissima rockstar afflitto da problemi di droga che da una stanza di un hotel di Los Angeles inizia a rivivere tutti i momenti più tormentati della sua vita.

Si va dalla scomparsa del padre durante la Seconda Guerra Mondiale al difficile rapporto con il suo insegnante di scuola, la madre iperprotettiva e i tradimenti della moglie. Tutti questi ricordi non fanno che erigere un muro tra lui e il mondo esterno; l’ultimo mattone viene metaforicamente posto dopo aver portato delle groupie a casa la cui serata termina con Pink che distrugge la stanza.

Rimesso in sesto dal suo staff per farlo esibire al concerto, l’evento assume nella mente di Pink le sembianze di una parata nazista: qui raggiunge il culmine della sua pazzia che lo porta ad auto sottoporsi a un processo che si conclude con la sentenza del giudice per l’abbattimento del muro e il ritorno al mondo reale.

La prima parte del film è un’autobiografia di Waters la cui infanzia fu segnata dalla morte prematura del padre e dalla problematica educazione scolastica. La seconda parte è dedicata al chitarrista Syd Barrett, costretto ad abbandonare i Pink Floyd nel 1968 per i problemi di schizofrenia accentuati dall’uso di droghe (soprattutto LSD).

La canzone Another Brick in the Wall ha vinto il BAFTA alla migliore canzone originale nel 1983.