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Notte degli Oscar 2024: tutti i vincitori… e i grandi delusi

di Redazione
copertina oscar

Nella notte tra domenica e lunedì, al Dolby Theatre di Los Angeles, si è svolta l’annuale cerimonia di consegna dei premi Oscar. Una serata ogni anno molto attesa, in cui si celebra la settima arte assegnando le iconiche statuette.

Tra favoriti che non hanno mancato le aspettative, qualche sorpresa e qualche delusione, ripercorriamo la notte degli Oscar e i vincitori delle categorie principali.

Per Oppenheimer una pioggia di statuette

Che fosse il favorito, si sapeva, ma vincere ben sette premi non è mai scontato. Dopo aver sbancato i botteghini in tutto il mondo, Oppenheimer di Cristopher Nolan ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, portandosi a casa quasi tutte le statuette più ambite, a partire dalla principale, quella per il miglior film, superando in particolare gli altri due principali candidati, ossia Barbie e Povere Creature! Tra i candidati iniziali va annotato anche Maestro di Bradley Cooper, che tornava dietro la cinepresa dopo il successo di “A Star is Born”. Cooper, in lista anche come miglior attore, si è visto superare da Cillian Murphy, che interpretava lo scienziato che “creò” la bomba atomica.  Nolan ha poi ritirato il premio come miglior regista, superando un mostro sacro come Martin Scorsese, autore di Killers of the Flower Moon, e un talento come Yorgos Lanthimos (Povere Creature!). Insomma, già con queste tre statuette, sicuramente le più importanti (non ce ne vogliano gli altri vincitori), il cast di Oppenheimer si era assicurato una serata di festeggiamenti nella notte losangelina.

Il film di Nolan ha però continuato a fare incetta di riconoscimenti, portandosi a casa quello al miglior attore non protagonista a Robert Downey Jr. (tra i pretendenti c’erano Mark Ruffalo e soprattutto Robert De Niro).

Tra gli altri premi assegnati a Oppenheimer, quello per miglior fotografia, miglior montaggio, e anche quello per la miglior colonna sonora originale: una, bella soddisfazione per Ludwig Göransson, che ha vinto a discapito del “re delle colonne sonore” John Williams (Indiana Jones e il Quadrante del Destino).

Una serata indimenticabile per Nolan e tutto il suo staff.

Un Emma Stone da Oscar batte le concorrenti

Gli altri film che arrivavano alla notte degli Oscar con molte aspettative erano sicuramente Povere Creature!, Barbie e Killers of the Flower Moon. Come visto, Oppenheimer non ha lasciato granché sul tavolo, facendo incetta dei principali premi. Sicuramente, tra quelli rimasti, il più ambito era quello come miglior attrice protagonista. Nella cinquina finale, composta da Emma Stone (Povere creature!), Lily Gladstone (Killers of the Flower Moon), Sandra Hüller (Anatomia di una caduta), Carey Mulligan (Maestro), Annette Bening Nyad (Oltre l’oceano), la gara più accesa era tra le prime due. Alla fine, i giudici dell’Academy hanno premiato Emma Stone, nei panni della ragazza riportata in vita da uno scienziato, che scopre il mondo e sé stessa. L’attrice statunitense ha superato la concorrenza della Gladstone, sontuosa nell’interpretare la nativa americana alle prese con l’arrivismo dei bianchi nella pellicola di Martin Scorsese. Grande assente tra le nomination Margot Robbie, che ha vestito i panni di Barbie. Le polemiche all’uscita delle candidature non sono mancate: un film al femminile e “femminista” che però portava alla notte degli Oscar il Ken di Ryan Gosling, ma non l’attrice principale (anche se tra le nomination come miglior attrice non protagonista c’era America Ferrera). Insomma, un po’ di pepe che non guasta mai. Per Barbie la serata degli Oscar ha regalato solo la gioia per la miglior canzone originale, What Was I Made For?.

Povere Creature! ha poi vinto i riconoscimenti come miglior scenografia, miglior costumi, miglior trucco e acconciatura.

La zona d’interesse conquista l’Academy. Delusione Garrone

Grande attesa anche qui da noi per l’assegnazione del premio per il miglior film internazionale. Il cinema italiano era in fremente attesa per capire se Matteo Garrone, con il suo Io Capitano, si sarebbe inserito sulla scia di grandi registi come De Sica, Fellini, Salvatores, Sorrentino, conquistando i critici americani. Purtroppo, non è stato così, nonostante quello di Garrone fosse davvero un grande film, che affrontava con sguardo lucido un tema complesso come quello dell’immigrazione. A vincere è stato la Zona d’Interesse di Jonathan Glazer, adattamento dell’omonimo romanzo di Martin Amis di qualche anno fa. Il film portava sullo schermo la vera storia di Rudolf Höß, il comandante di Auschwitz, la cui vita trascorreva in una serena quotidianità nella sua villetta all’interno della cosiddetta area di interesse, una zona abbastanza ampia che circondava il campo di concentramento. Mentre di là del loro muro si perpetravano i peggiori orrori che l’umanità avesse mai visto, Höß e la sua famiglia continuavano le loro esistenze “normali”, come se nulla fosse. Il film di Glazer ha vinto anche il premio come miglior sonoro. Tra i film internazionali va annotata anche la statuetta a Anatomia di una caduta per la miglior sceneggiatura originale, lavoro a quattro mani di Justine Triet e Arthur Harari. Tra gli altri premi vogliamo ricordare quello per il miglior documentario, assegnato a 20 Days in Mariupol di Mstyslav Černov, che ci porta nella tragedia ucraina.

Infine, concludiamo con due riconoscimenti a due grandi artisti. Il premio per miglior lungometraggio d’animazione è andato al maestro Miyazaki per il suo Il ragazzo e l’airone. Riconoscimento anche per un altro tanto grande quanto eclettico regista: Wes Anderson ha ricevuto la statuetta per il miglior cortometraggio con La meravigliosa storia di Henry Sugar.

A prescindere da vinti e vincitori, si è trattato come sempre di una bellissima serata, all’insegna dello show, del divertimento, e soprattutto del grande cinema, un’arte che, dopo più di cento anni dalla sua invenzione, continua a farci sognare.