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Interference Patterns, nuovo box-set dei Van der Graaf Generator

di Redazione
 
VdGG Interfer Patterns

Il 30 settembre è in uscita Interference Patterns, box-set dei Van der Graaf Generator.

Una nuova raccolta che mette insieme tutti gli album in studio pubblicati dal gruppo dopo la reunion del 2005. Una grande possibilità per i fan di poter avere nella propria collezione ben 14 dischi, più dei supplementi, a un prezzo tutto sommato modico. Prima di scoprire cosa contiene il nuovo cofanetto, ripercorriamo insieme la carriera dei Van der Graaf Generator e i loro maggiori successi.

Van der Graaf Generator, uno stile unico

Inglesi come molti artisti della loro generazione, i Van der Graaf Generator nascono a fine anni Sessanta dall’incontro tra Judge Smith, Nick Pearne e Peter Hammill. La formazione subisce già nei primi anni molte modifiche, ma quella considerata probabilmente la più nota è quella con Hammill alla voce, chitarra e pianoforte, e autore principale dei brani, Hugh Banton alle tastiere, basso elettrico e chitarra, il batterista Guy Evans, con l’aggiunta di David Jackson ai fiati.

I Van der Graaf Generator vengono etichettati come un gruppo progressive rock, anche se questa definizione può essere a volte riduttiva (ricordate il caso dei Jethro Tull di cui abbiamo parlato?).

Se i Van der Graaf Generator vanno inseriti nella categoria del progressive, bisogna infatti anche sottolineare come vadano distinti da altri gruppi del periodo e del gemere. Rispetto ad alcune band progressive dell’epoca, infatti, i testi dei Van der Graaf Generator non sono mai del tutto favolistici, ma evidenziano un’attenzione maggiore verso aspetti più filosofici.

Anche dal punto di vista musicale, la band di Hammill non eccede in virtuosismi propri del genere, ma si caratterizza per atmosfere più fosche e arrangiamenti più tendenti all’essenzialità (ma non per questo meno complessi), eliminando eccessi strumentali.

Sicuramente, il gruppo inglese ha lasciato una traccia inconfondibile in questo genere musicale, contribuendo a farlo evolvere e a farlo conoscere. Bisogna anche dire che però, durante la loro carriera, i Van der Graaf Generator cambiarono stile. Se infatti il primo album The Aerosol Grey Machine si articola intorno a toni psichedelici, il secondo, The Least We Can Do Is Wave to Each Other, vira verso una maggiore strutturazione delle sonorità, che assumono aspetti più cupi, e in cui sono ben visibili influenze sia classiche che più attinenti al jazz. 

Dal successo alla reunion

Questi primi due lavori sono considerati ancora delle “bozze” di quello che avverrà in seguito. È infatti H to He, Who Am the Only One, terzo album in studio, a definire in maniera più chiara lo stile dei Van der Graaf Generator (all’incisione contribuì anche Robert Flipp, che suona la chitarra in The Emperor in His War-Room). Nel disco, la band raffina il suo sound, ne modella la forma, rendendo le melodie più intricate, grazie soprattutto a decisi cambi di ritmo, e aggiungendo drammaticità e aggressività a livello musicale. Da questo punto di vista, una curiosità riguarda l’assenza del basso, “rimpiazzato” dall’hammond suonato da Hugh Banton.

Anche se oggi H to He, Who Am the Only One viene considerato un momento fondamentale nel percorso di maturazione della band, il successo, soprattutto in Europa, arriva con Pawn Hearts, del 1971, che molti critici affermano essere il miglior lavoro della carriera dei Van der Graaf Generator, e pietra miliare nella storia del progressive. Il disco ottiene un notevole riscontro di pubblico, in particolare nel nostro Paese, dove la band aveva trovato da subito molti fan. Il successivo tour, molto lungo (quasi due anni di concerti), finisce con l’abbandono della band da parte di Hammill, che inizia la sua carriera da solista.

La band continua a suonare e a incidere album con un’altra formazione, cambiando anche per un periodo il nome in The Long Hello. Dal ’75 rientrerà nella band anche Hammill, che rimane fino allo scioglimento definitivo del gruppo nel 1978. Una carriera tutto sommato breve ma, come in altri casi (i Beatles su tutti), prolifica e soprattutto con un forte impatto nel mondo musicale. La band si riunisce poi nel 2005, pubblicando Present e girando nuovamente l’Europa in tour, continuando negli anni a produrre dischi e fare concerti.

Il box-set Interference Patterns

Il nuovo cofanetto Interference Patterns vuole celebrare questa “seconda vita” dei Van der Graaf Generator, presentandoci in una collezione unica tutti gli album pubblicati dal gruppo dopo la reunion dei primi anni Duemila. Una raccolta quindi che va dal 2005 al 2016. Ma non solo album in studio: il box-set contiene infatti anche il doppio album live e il DVD del concerto Live at Paradiso, a cui si aggiunge il rarissimo Cd live, che era stato pubblicato in precedenza per il mercato giapponese di Real Time. 

Quindi, ricapitolando, Interference Patterns include:

  • 12 dischi in edizione limitata delle registrazioni tra il 2005 e il 2016 (tra cui Live at Paradiso e il cd live della precedente versione giapponese) 
  • 1 DVD del concerto Live at Paradiso
  • 1 libro illustrato di 96 pagine, con un nuovo saggio e le interviste alla band di Sid Smith.

Insomma, una raccolta di tutto rispetto. Un modo per i fan più fedeli della band di recuperare gli ultimi lavori, arricchiti da alcune rarità e dal libro, con foto, interviste e aneddoti di una band che ha fatto la storia. Come sempre, vi offriamo la possibilità di prenotarlo online sul nostro sito.