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Un ricordo di Tom Jobim a ritmo di bossanova

di Redazione
 
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Se nominiamo Antônio Carlos Brasileiro de Almeida Jobim, probabilmente a pochi si accenderà una lampadina. Ma siamo sicuri che, se pronunciamo il nome di Tom Jobim, la musica, in tutti i sensi, cambia. Stiamo infatti parlando di uno dei più influenti artisti brasiliani di sempre, a cui dobbiamo la nascita del genere della bossa nova. Nell’articolo di oggi ricordiamo il grande musicista, compositore e cantante brasiliano, nato quasi un secolo fa e di cui quest’anno ricorre il trentennale della morte, attraverso la ricostruzione della sua infanzia e dei primi successi, del sodalizio con il grande Vinicius e della nascita della bossanova.

Da Tom Jobim a O Maestro

Ricostruire tutta la storia e la carriera di Jobim è qualcosa che richiederebbe molto spazio. Toccheremo quindi solo alcuni momenti della sua vita, partendo dall’infanzia a Rio de Janeiro, dove nacque, in Rua Conde do Bonfim 634, il 25 gennaio 1927, trasferendosi però ben presto a Ipanema, sul litorale. Figlio di un diplomatico, professore, poeta e scrittore, e di una professoressa, il piccolo Antônio Carlos Brasileiro de Almeida verrà subito chiamato Tom (la semplificazione del nome è un’usanza comune nel Sud America, pensate a Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè). Il padre abbandonò la famiglia, e morì poi nel 1935. La madre si risposò, e il padre adottivo sarà una figura importante, che indurrà Tom a coltivare il proprio talento musicale. In generale, l’ambiente familiare stimolerà la passione di Tom per la musica, e a quattordici anni iniziò a prendere lezioni di teoria e tecnica strumentale, imparando a suonare piano, flauto e chitarra, andando da subito alla ricerca di nuove originali armonie.

Dopo poco iniziò a esibirsi negli inferninhos, i night club di Copacabana, passando dal tango alla samba, dal jazz allo swing. Passando prima per la radio, poi come arrangiatore, infine come “trascrittore” di pezzi altrui per la Continental, infine fu pubblicata una sua canzone, Inserteza, nell’aprile del 1953, in un disco di Mauricy Moura, a cui ne seguirono altre (Pensando em você e Faz uma semana).

Il suo primo grande successo come compositore fu Tereza da Praia, a cui seguì nel 1954 Rio de Janeiro – Sinfonia Popular em Tempo de Samba, che, pur non essendo un grande successo e non arrangiato da Jobim, ne consolidò tuttavia la reputazione, portandolo a diventare uno dei migliori arrangiatori del Brasile, e direttore artistico dell’Odeon, esperienza breve ma importante.

Ma l’evento principale della sua carriera fu senza dubbio l’incontro e il successivo sodalizio conVinicius de Moraes e con João Gilberto, che lo portarono alla ribalta e lo fecero conoscere con l’emblematico soprannome di O Maestro.

Jobim, Vinicius e João Gilberto: nasce la bossa nova

A metà anni Cinquanta avvenne l’incontro con il grande Vinicius de Moraes, conosciuto al Club da Chave, luogo iconico della musica brasiliana del dopoguerra, il quale propose a Jobim di collaborare all’arrangiamento del suo poema Orfeu da Conceição. Si trattava della rivisitazione in salsa brasiliana del mito classico greco. La rappresentazione della pièce teatrale si avvalse quindi degli arrangiamenti di Jobim. Ne nacque un disco che, sebbene non ebbe grande successo, rimane irrinunciabile per comprendere l’evoluzione di Jobim e la sua influenza sulla musica brasiliana. Dal teatro il poema passò al cinema, dove, con il titolo di Orfeu negro, vinse la Palma d’oro a Cannes e l’Oscar come miglior film straniero.

Il 1958 è un anno decisivo per la carriera di Jobim e per la musica brasiliana. Uscì infatti Canção do amor demais, primo disco composto per intero da Jobim e Moraes, in cui due brani vedevano l’interpretazione alla chitarra di João Gilberto: nasceva la bossa nova. Si trattava di qualcosa di nuovo nel panorama musicale, soprattutto per la cadenza molto innovativa innestata sul ritmo samba, con elementi armonici derivanti dal jazz. Nuovo era inoltre il modo di suonare di Gilberto.

La carriera di Jobim subì una drastica impennata: componeva, suonava alla radio, si esibiva nei locali, produceva dischi, creava colonne sonore, e collaborava con tutti i principali cantanti brasiliani. A ciò si aggiunsero anche esperienze televisive, come direttore d’orchestra e anche conduttore.

Memorabile fu l’esibizione del 1962 nello spettacolo Encontro nel ristorante Au Bon Gourmet di Copacabana, dove Vinicius (prima volta in pubblico), Gilberto e Jobim presentarono alcuni pezzi fondamentali per la bossa nova: Só danço samba, Samba do avião e, soprattutto, Garota de Ipanema, che divenne un successo anche negli Stati Uniti, dove la bossa nova approdò trionfalmente il 21 novembre del 1962 in un grande concerto alla leggendaria Carnegie Hall di New York. Tom rimase negli States, dove collaborò con numerosi artisti, ricevendo grandi soddisfazioni.

L’America, la dittatura, la gloria

Ma la vita aveva ancora in serbo delle sorprese per Jobim. Alla fine del 1966, “The Voice”, Frank Sinatra, cercò Tom per incidere un disco insieme, che fu registrato a Los Angeles, tra i cui brani emergono Insensatez, Dindi e una versione di The Girl from Ipanema in portoghese. Il disco, intitolato semplicemente Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim, ebbe un buon successo di pubblico e di critica.

Nonostante il successo, o forse proprio a causa di questo, Jobim, come altri artisti della sua epoca, finì nel mirino della dittatura militare che da metà degli anni Sessanta si era instaurata in Brasile, e che andava consolidando i suoi tratti autoritari e repressivi. Jobim iniziò a diminuire la sua attività, anche perché l’“onda lunga” della bossa nova negli Stati Uniti si stava esaurendo, anche se è proprio qui che trascorse sempre più tempo. Tuttavia, il suo rallentamento non significò perdere la sua vena artistica: nel 1974 uscì il fenomenale album Elis & Tom, con la celeberrima cantante brasiliana Elis Regina.

Quattro anni dopo, al teatro Canecão di Rio de Janeiro, Aloysio de Oliveira organizzò uno spettacolo per il ritorno sulle scene brasiliane di Vinicius dopo quindici anni, che ebbe un successo enorme e che fu registrato nel disco Gravado ao vivo no canecão.

Durante il decennio successivo Jobim ricevette numerosi omaggi e premi. Nel 1989 la Carnegie Hall fu teatro di uno spettacolo celebrativo dei venticinque anni di Garota de Ipanema. L’anno dopo divenne rettore dell’Università della Musica a San Paolo, prima di lasciarci per sempre l’8 dicembre del 1994.

Tom Jobim è stato uno dei più grandi compositori, arrangiatori e musicisti di sempre, non solo in Sud America, lasciando un’eredità che travalica il tempo e lo spazio.