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Trent’anni senza Frank Zappa, un artista senza tempo

di Redazione
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Cantante, compositore, chitarrista, polistrumentista: Frank Zappa è stato un artista a tutto tondo nel campo musicale. Originale, innovativo, sorprendente, ha saputo segnare la storia della musica con uno stile davvero unico e irripetibile

Una vita al servizio del talento artistico, durata, purtroppo, troppo poco. Nel giorno dei trent’anni dalla sua scomparsa, ricordiamo il grande musicista di Baltimora ripercorrendo insieme le tappe fondamentali della sua carriera, il suo stile e la sua eredità.

Frank Zappa, una carriera all’insegna della sperimentazione

Quando, a quattrodici anni, Francis Zappa, di origini siciliane, regalò a suo figlio Frank un rullante, non pensava certamente che stesse accendendo una miccia che, di lì a qualche anno, avrebbe prodotto un’esplosione nel mondo della musica. In realtà, i rapporti tra i due non furono tra i più facili, e Frank decise di andare via da casa una volta diplomato, seguendo il suo talento artistico. Dopo qualche traversia, come un arresto per produzione di materiale pornografico (un nastro con registrazioni di gemiti e sospiri della sua ragazza), Frank Zappa diede vita a un gruppo, The Mothers, che ottenne un contratto dalla MGM, che cambiò il nome in The Mothers of Invention. La sua carriera stava iniziando. Nel 1966 incisero Freak Out!, uno dei primi doppi album della storia, in cui già si vedeva una forte contaminazione di generi, dal blues rock al free jazz, dalla musica sperimentale al doo-wop, che caratterizzò tutta la sua carriera. I primi anni furono molto prolifici: da Absolutely Free (1967) a We’re Only in It for the Money e Lumpy Gravy (1968), Uncle Meat e Hot Rats (1969).

Negli anni successivi, sciolti i Mothers of Invention, Zappa effettua una prima svolta che lo porta ad accogliere nei suoi lavori la musica in ogni sua forma, mescolando rock e musica orchestrale, jazz e fusion. Nei due anni successivi Zappa vira nuovamente, introducendo inoltre nella sua musica elementi pop rock, funky e jazz, con testi che passano da una velata satira politica a ironici riferimenti sessuali, come in Over-Nite Sensation e Apostrophe, con i quali ottiene una certa popolarità. Il suo più grande successo è sicuramente Joe’s Garage, del 1979, in cui Zappa torna al rock degli inizi, influenzato come sempre da jazz e blues, per poi concentrarsi negli ultimi anni sulla composizione e la musica orchestrale.

Lo stile inconfondibile e irripetibile di Frank Zappa

Insomma, chi è stato Frank Zappa? Un grande sperimentatore, un superbo musicista, un innovatore, un anarchico saltimbanco che guardava al mondo con aria disincantata e grottesca? Probabilmente tutto questo. Zappa ha sicuramente dato vita a una delle produzioni più complesse e indecifrabili, della storia della musica, dal rock classico al progressive, passando per l’hard rock, ‘art rock e quello più demenziale, fino ad arrivare al jazz e alla “musica colta”, arrivando a quella orchestrale.

Le sue canzoni spaziavano dalle “stupid songs”, così definite proprio dallo stesso musicista, canzoni brevi e intenzionalmente melense, a brani caratterizzati da forte improvvisazione, rumorismo, arrangiamenti decisamente al limite, introducendo strumenti poco utilizzati come il marimba, il vibrafono, il flauto, fino al synclavier, forse il più rappresentativo della voglia di sperimentazione dell’artista originario di Baltimora. Nella sua ventennale carriera Frank Zappa ha messo insieme generi classici della cultura americana come il rock, il blues e il jazz, ad altri come la “canzonetta” e la colonna sonora, fino a esperimenti musicali di stampo barocco, fino a rielaborazioni di musica classica, senza dimenticare le sue composizioni messe in scena dalla London Symphony Orcherstra e l’Ensemble Modern.

Al di là delle sperimentazioni quasi spasmodiche, quello che comunque caratterizza la carriera di Zappa è la sua forza ironica, dissacrante, grottesca, che accompagna tutti i suoi lavori.

Un’eredità al di là della musica

Come abbiamo parzialmente visto, la produzione di Frank Zappa è praticamente sterminata, e in buona parte ancora inedita e tutta da scoprire. Il progetto del recupero di questo materiale è affidato ai suoi figli.

Mentre si scava ancora nel suo archivio, nel 1995 Zappa è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame, a testimonianza della sua grande eredità musicale. 

Frank Zappa ha saputo conciliare in una sola persona tutto ciò che la musica del momento (e, ci permettiamo di dire, anche del futuro e del passato) poteva offrire. I suoi lavori sapranno racchiudere un’infinità di generi, passando dall’uno all’altro, mescolandoli e dando vita a brani che risultano ancora oggi irripetibili. 

Zappa è stato però più di un semplice artista. Durante la sua vita sono note le sue posizioni pubbliche su molti argomenti, a partire dalla sua opposizione alla censura musicale, in particolare contro la P.M.R.C. (Parents Music Resource Center), l’associazione di genitori guidata da Tipper Gore, che controllava molto severamente il contenuto di certi prodotti discografici che, secondo la visione dell’associazione, avrebbero potuto offendere il buon costume. Per questa diatriba nel 1985 fu chiamato dal Senato americano per un’audizione che fece accorrere numerosi canali televisivi, fotografi e giornalisti. A fine carriera, poco prima di lasciarci, annunciò di voler candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti: del resto, come affermò, “avrebbe potuto fare peggio di Reagan?”.

Zappa è stato un indiscusso genio musicale, un artista che sapeva continuamente mettersi in gioco, cambiare prospettiva, ricercare nuove forme musicali, ed è sicuramente questa la sua più grande eredità.