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Le età dell’Hip Hop: breve storia

di Redazione
 
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Per capire l’evoluzione che ha attraversato la cultura Hip Hop è necessario dare uno sguardo alle tappe fondamentali che ne hanno segnato la storia. Le diverse età dell’Hip Hop, susseguitesi nei decenni, raccontano bene i cambiamenti che hanno contrassegnato questo mondo e le varie commistioni con altri generi musicali e realtà.

L’Hip Hop non può limitarsi all’ambito musicale, risultandone riduttivo nella sua comprensione, ma costituisce un vero e proprio fenomeno culturale.

Esso ha avuto origine dalle comunità afroamericane del quartiere newyorkese del Bronx negli anni Settanta del XX secolo per poi espandersi a ritmi esponenziali in tutto il mondo. Il concetto di Hip Hop va oltre la musica e comprende quattro componenti: lo stile di rima vocale ritmica (rapping), con il quale viene spesso identificato erroneamente tutto il mondo Hip Hop, l’arte di fare musica con giradischi e mixer (DJing), un particolare tipo di danza (breaking) e l’arte di creare interventi pittorici sul tessuto urbano (graffitismo).

L’Hip Hop ha avuto diverse facce a livello musicale che hanno rappresentato una continua evoluzione fino al contesto che vediamo oggi. 

Quando e dove nasce l’Hip Hop: la realtà del Bronx negli anni ‘70

Le origini dell’Hip Hop vengono generalmente fatte risalire agli anni Settanta. Siamo nel Bronx, quartiere alla periferia settentrionale di Manhattan. I luoghi dove inizia a prendere forma l’Hip Hop sono i parcheggi del quartiere, popolati da giovani afroamericani che improvvisavano performance musicali non potendo permettersi di andare a sentire il loro beniamino Dj Hollywood (mc e dj americano, considerato il pioniere del genere) nei club della città.

La scena musicale newyorkese – fino ad allora dominata da disco e R&B – in quegli anni stava cominciando a sperimentare nuove sonorità che si riflettevano anche nelle strade in un contesto, come quello periferico del Bronx, dove le opportunità economiche scarseggiavano per chi rimaneva e non riusciva a trasferirsi in zone migliori. 

La data indicata dai più per la nascita dell’Hip Hop è l’11 agosto 1973, giorno in cui venne organizzata una festa come tante al 1520 di Sedgwick Avenue. In quella casa si celebrava il ritorno a scuola di una ragazzina e il fratello maggiore, per l’occasione, si esibì in veste di dj: il suo nome era Kool Herc, uno dei musicisti che ha iniziato a diffondere l’Hip Hop insieme ad Afrika Bambaataa e Grandmaster Flash. Questi tre nomi sono coloro che hanno rivoluzionato il genere in maniera indelebile. Kool Herc iniziò a sperimentare con due giradischi dando nuove sonorità e si esibiva per le strade o in feste improvvisate a casa come quella della sua sorella minore. 

I pionieri negli anni Settanta furono dunque giovani afroamericani e giovani figli di immigrati provenienti dai paesi caraibici che tramite uno scambio multiculturale diedero forma a questa nuova musica. L’Hip Hop di questo periodo storico era legato esteticamente al graffitismo e alla break dance mentre sotto l’aspetto musicale i primi versi rap venivano incisi su break di musica funk

La prima canzone della storia Hip Hop a riscuotere un discreto successo fu Rapper’s Delight della Sugarhill Gang, registrata nel 1979, che diede vita ad un periodo florido di lavori catalogabile sotto il filone della old school

Gli anni Ottanta dalla new school alla Golden Age

Dai primi anni Ottanta si fece spazio una seconda importante ondata Hip Hop che prese il posto della old school, anch’essa proveniente dalla scena di New York City: a dare il via alla nuova scuola di artisti fu Kurtis Blow con il singolo The Breaks che si rivelò un grande successo di vendite nel 1980. La new school, inizialmente caratterizzata da un minimalismo guidato dalla drum machine, con influenze rock – prese definitivamente forma nel 1983-1984 con i primi dischi dei Run DMC (i primi a realizzare un vero crossover con il pop e il rock) e di LL Cool J. Il successo dell’Hip Hop portò il genere ad espandersi gradualmente e a portarlo verso una dimensione mainstream. 

Verso la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta questa popolarità acquisita dall’Hip Hop portò alla nascita della Golden Age, l’età dell’oro, che venne caratterizzata dall’afrocentrismo e la militanza politica nei testi. Tra i maggiori esponenti ci furono artisti come Public Enemy, De La Soul, Boogie Down Productions, Eric B. & Rakim e tanti altri che furono protagonisti di una continua serie di innovazioni stilistiche, vero e proprio simbolo di questa fase dell’Hip Hop.

Il definitivo ingresso nel mainstream e la rivalità tra East e West Coast

Gli anni Novanta hanno visto l’esplosione del fenomeno Hip Hop nelle vendite e il radicarsi della contrapposizione tra East Coast e West Coast, due mondi agli antipodi nella scena del rap che non hanno mai nascosto la loro rivalità sfociando anche in tragici esiti (le morti di Tupac Shakur e Notorious BIG nel 1996 e 1997). 

Public Enemy diedero il via a questa tendenza mainstream, continuata con diversi esponenti di spicco come Mc HammerVanilla Ice (autore del primo singolo Hip-Hop a raggiungere i vertici della classifica Usa) e Dr. Dre che fondò lo stile del g-funk, diventato un vero e proprio impero. Dre fondò la Death Row Records che lanciò artisti come Snoop Dogg e Tupac che dominarono le classifiche con il loro stile di nichilismo edonistico, fatto di vita violenta, spaccio e omicidi nei brani. 

Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila sotto l’egida di Dr.Dre vennero lanciati nuovi rapper come Eminem50 Cent che, in particolare il primo, contribuirono ad aumentare ulteriormente la popolarità dell’Hip-Hop. Il primo decennio del XXI secolo fu anche quello con diverse commistioni con il pop commerciale; il rap, infatti, fece spesso incursioni negli album delle popstar più note. Ma proprio questa popolarità generò sul finire del decennio un effetto contrario e una riscoperta dell’alternative grazie a rapper come Kanye WestDrake o Kid Cudi

L’evoluzione nella trap

Sul finire degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila inizia a delinearsi un sottogenere dell’Hip Hop fatto di atmosfere cupe e tematiche legate all’uso di droga e alcool, denominato trap. Questo filone negli anni Dieci diventa mainstream con nomi come Travis Scott, Future, Migos e Young Thug. Tale evoluzione del genere ha attirato diverse critiche anche dagli artisti Hip Hop che si sono detti perplessi dai nuovi standard. I trapper sono stati definiti anche mumble rappers, spesso con accezione negativa, per il loro farfugliare i testi delle canzoni che rende difficile la comprensione delle parole a un primo ascolto a causa della pronuncia poco chiara.