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The Last of Us Part II: quando la musica è protagonista

di Redazione
tha last of us ii

«È meglio di un film».

La HBO deve aver pensato a questo, quando ha deciso di fare una serie TV sulla saga The Last of Us. Quante volte abbiamo sentito o detto questa frase a proposito di un videogioco? Un paragone del genere ormai non è più una provocazione: molti videogiochi, analizzati dal punto di vista della sceneggiatura, della struttura narrativa, dei personaggi e (cosa non scontata) della colonna sonora, superano a pieni voti il confronto con i loro cugini cinematografici.

Un esempio eminente è il caso della colonna sonora firmata da Gustavo Santaolalla per The Last of Us 2, un’opera che riesce ad unire l’esperienza videoludica a una fruizione che non ha nulla da invidiare, per qualità, coinvolgimento e spessore, a quella del cinema (e persino della letteratura). Come già detto, se la HBO ha iniziato le riprese dell’omonima serie TV, un motivo ci dev’essere…

Suonare una chitarra per sopravvivere nel mondo di The Last of Us 2

Considerato dalla critica una delle migliori saghe action-adventure di tutti i tempi, il titolo firmato Naughty Dog ha saputo perfezionare quel primo capitolo (uscito nel 2013) che era stato salutato come un vero e proprio capolavoro con The Last of Us 2.

Una mutazione del fungo Cordyceps scatena un’epidemia negli Stati Uniti, trasformando gli infetti in creature simili a zombie. Proprio nella prima fase della diffusione, ad Austin, Joel perde Sarah, la figlia tredicenne. Lo ritroviamo vent’anni dopo a Boston, in un mondo decimato dall’infezione, nei panni di trafficante. L’incontro con Ellie, una ragazzina la cui immunità al contagio potrebbe portare alla creazione di un vaccino, risveglierà il suo senso paterno, costringendolo a compiere scelte difficili. Riuscirà a proteggerla e, come le ha promesso, ad insegnarle a suonare la chitarra?

Questa, a grandissime linee, la trama della prima parte. Ritroviamo i due protagonisti nel secondo capitolo, che si svolge quattro anni dopo ed è ambientato prevalentemente tra Jackson e Seattle. Adesso però il racconto si incentra su Ellie: una ragazza ormai adulta che deve fare i conti con sentimenti importanti e complessi come la solitudine, il desiderio di vendetta e la spinta verso il suo contrario, il perdono… Ci fermiamo qui, per chi non l’avesse ancora giocato.

Veniamo allora alla questione della musica, che fa da raccordo tra le due storie. In una delle prime scene di The Last of Us 2 vediamo Joel che regala la chitarra ad Ellie: la violenza dilagante di questo secondo capitolo non impedirà alla ragazza di ritagliarsi dei momenti di “pausa”, abbandonandosi alla nostalgia e alla dolcezza suonando lo strumento che ha ricevuto dall’uomo. 

La musica acquista così un autentico significato narrativo: simboleggia i sentimenti che ci legano indissolubilmente alle persone che amiamo. Nell’universo post-apocalittico di The Last of Us, dove crudeltà e morte sono dietro l’angolo, diventa uno dei pochi modi per sopravvivere.

Gustavo Santaolalla: dal cinema all’avventura con Naughty Dog

Compositore argentino, due volte vincitore dell’Oscar per la migliore colonna sonora di I segreti di Brokeback Mountain e BabelGustavo Santaolalla conferma, una volta di più, il talento poetico ed evocativo che aveva espresso nel primo The Last of Us, firmando le musiche del secondo capitolo insieme a Mac Quayle, altro compositore di fama mondiale.

Il rapporto di continuità e differenza tra i due capitoli è messo in risalto già dal tema principale, suonato con il ronroco nel primo e con il banjo in The Last of Us 2. Santaolalla ha deciso quindi di mantenere il linguaggio e molti dei temi musicali che hanno fatto il successo della prima parte, aggiungendo allo stesso tempo elementi nuovi.

L’attenzione prestata dal compositore argentino per le sfumature tra i diversi personaggi è evidente nelle sonorità che li accompagnano. Ancora il ronroco, uno strumento molto delicato, che si abbina in modo naturale alla figura di Ellie. Santaolalla usa invece la chitarra per raccontare Joel. Come spiega in un’intervista, ha usato il Fender Bass VI per il primo capitolo, una chitarra baritona oggi fuori commercio ma che un tempo era usata nientemeno che dai Beatles e dai Cream. Per la seconda parte invece ha deciso di sostituire questo strumento, rendendo le stesse sonorità in acustico grazie a delle corde pressoché introvabili (si chiamano Magma) «che mantengono lo stile del Fender Bass VI ma lo abbassano, lo incupiscono. Vengono fuori sonorità più virili che, nel caso del gioco, rimandano a Joel».

Una sorpresa continua: le cover

Menzione d’onore non solo per la colonna sonora originale, ma anche per le cover. Il giocatore si immerge ancor più profondamente nella poesia di The Last of Us 2 grazie a reinterpretazioni emozionanti e imprevedibili, in certi casi struggenti.

Il primo brano che sentiamo nel gioco è Future Days ed è cantato da Troy Baker (voce di Joel). Va bene, non bisogna per forza fare paragoni con l’originale. Ma se volessimo proprio accostare le due versioni, l’interpretazione di Baker non sfigurerebbe affatto davanti a quella di Eddie Vedder, il leader dei Pearl Jam.

Un’altra performance indimenticabile è Take on me, cantata da Ashley Johnson (voce di Ellie). La versione originale degli A-ha è un synth-pop anni ‘80, una canzone che ha infiammato le discoteche dell’epoca. Qui invece, grazie alla veste acustica e all’intensità dell’interpretazione, acquista un fascino diverso, diventando una dolcissima richiesta d’amore.

La nostra preferita è senza dubbio Wayfaring Stranger, che compare tra gli ending credits e vede duettare le voci di Ellie e Joel. Dire che l’originale cantata da Johnny Cash non possa competere con le voci rotte e sussurrate di Johnson e Baker sarebbe ovviamente un’esagerazione, ma la sinergia tra i due è confermata anche da una meravigliosa versione live.

Un attimo di pace: momento-medley

Parlavamo prima degli intermezzi musicali in cui Ellie si concede un intervallo dalla sua missione. The Last of Us 2 offre la possibilità di suonare la chitarra: usando la levetta analogica consentiremo alla protagonista di eseguire diversi brani musicali.

Questa opzione ha fatto letteralmente impazzire i fan, che hanno realizzato vere e proprie compilation delle canzoni che è possibile riprodurre nel gioco: Californication dei Red Hot Chili Peppers, Wish you were here dei Pink Floyd, Hallelujahdi Leonard Cohen, Creep dei Radiohead e Redemption Song di Bob Marley, per citarne solo alcune. Ma non mancano nemmeno cover di canzoni nostrane, come Bella ciao La canzone del sole.

Per tutti questi motivi, crediamo che The Last of Us 2 offra il meglio di quello che è possibile trovare oggi nel mondo dei videogiochi. E la musica contribuisce a creare un’esperienza di gioco talmente immersiva che non sarebbe sbagliato parlare, qui, di opera d’arte totale.