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Il Festivalbar: il programma italiano che ha fatto la storia

di Redazione
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Si può dire con assoluta certezza che tutti i nati prima del Duemila, ma anche qualche anno dopo, conoscano il Festivalbar e sappiano cosa questo ha rappresentato per le diverse generazioni. Quando parliamo di Festivalbar parliamo di un punto di riferimento per tantissimi anni nel panorama televisivo e musicale. 

Si tratta di una manifestazione musicale che ha fatto il giro delle piazze italiane per tutte le estati sin dal 1964 e che ha chiuso i battenti nel 2008: un vero e proprio pezzo di storia della tv italiana e un grande evento condiviso dal pubblico di massa come se ne vedono ormai pochi ai nostri tempi. 

L’evento è stato una vetrina per gli artisti che si esibivano per promuovere le loro canzoni ed è stato un trampolino di lancio per molti cantanti e band emergenti. Durante il periodo di maggior successo il Festivalbar ha ospitato anche moltissime star della musica internazionale attirando un pubblico sempre più ampio nelle piazze italiane, soprattutto nella tradizionale serata finale all’Arena di Verona.

Sul palco del Festivalbar sono passati diversi tra i migliori interpreti della scena italiana e internazionale, da Vasco Rossi e Ligabue a Zucchero e Gianna Nannini, dai Depeche Mode ai Red Hot Chili Peppers passando per Alains Morisette, Britney Spears, 50 Cent, Robbie Williams e tantissimi altri.

Le origini del Festivalbar: da Asiago all’Arena di Verona

Il Festivalbar ottenne un grande successo, soprattutto presso il pubblico più giovane, sin da subito. La manifestazione musicale fu ideata dall’autore televisivo Vittorio Salvetti nel 1964 e da quel momento segnò le diverse generazioni per i successivi decenni. Le prime tre edizioni furono trasmesse dall’emittente Radio Juke-box sotto la conduzione dello stesso Salvetti e si articolarono in un’unica serata di premiazione a settembre. L’evento ebbe subito un ottimo riscontro popolare tanto che dal 1967 sbarcò in tv sulle reti Rai. 

La particolarità del Festivalbar nel suo periodo iniziale era quella di misurare il successo tramite l’uso del jukebox, strumento assai di moda all’epoca per ascoltare musica, presenti soprattutto nei bar (da qui la ripresa del nome della manifestazione). Negli anni Sessanta la diffusione dei jukebox nei bar italiani era arrivata a oltre 20 mila unità diventando la principale unità di misura per il successo di un disco. E così la manifestazione canora avrebbe premiato la canzone più “gettonata” (inserendo un gettone nel jukebox si poteva scegliere la canzone da ascoltare). 

La serata di premiazione, tranne qualche rara eccezione, si era svolta ad Asiago fino al 1975: in quell’anno ci fu un cambiamento importante poiché il Festivalbar traslocò definitivamente all’Arena di Verona che sarebbe diventata da lì in poi la location simbolo della manifestazione. 

Il cambio di format e il trasloco sulle reti Fininvest

Un’altra svolta arrivò nel 1983, anno in cui il Festivalbar lasciò le reti Rai per approdare sulle reti Fininvest (Canale 5 e, dal 1989, Italia1). Con il cambio di emittente televisiva venne modificato anche il format, non più composto da un’unica serata ma da più puntate itineranti per le piazze italiane. Si partiva già a ridosso dell’estate con le prime serate a fine maggio o giugno per poi coprire tutta la stagione con alcuni appuntamenti in giro per la penisola fino alla finale di settembre. L’Arena di Verona rimase il palcoscenico della serata finale per la premiazione (ad eccezione di alcuni anni). 

In questo periodo il Festivalbar raggiunse l’apice del suo successo: furono gli anni dei grandi ospiti internazionali e del grande traino che la pop e dance music ebbe sui giovani favorendo ancor di più la popolarità dell’evento. Ma fu anche l’epoca d’oro dell’industria discografica in termine di vendite di dischi.

E proprio le vendite di dischi rappresentarono un cambiamento epocale per la storia della manifestazione musicale. Con la diffusione dei dischi e il progressivo tramonto dei jukebox, le unità di misura ai fini della premiazione finale diventarono i risultati di vendita e la quantità di passaggi radiofonici e televisivi

Del successo del Festivalbar ne beneficiarono non solo cantanti e gruppi musicali ma anche i presentatori dello spettacolo che hanno legato proprio alla conduzione del programma la consacrazione della propria popolarità davanti al piccolo schermo: è il caso di Licia Colò, Alessia Marcuzzi, Fiorello, Amadeus, Michele Bossari e Michelle Hunzinker per citarne alcuni. 

Gli anni della crisi e la nostalgia degli appassionati

Lo storico ideatore del Festivalbar, Vittorio Salvetti, morì prematuramente nel 1998 e le redini vennero prese da suo figlio Andrea sin dall’anno successivo. Dopo l’apice toccato tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta cominciò una graduale fase di crisi per il Festivalbar con il nuovo millennio. Non bastò l’introduzione delle performance dal vivo dal 2002 (fino a quell’anno tutti gli artisti si esibirono in playback), le difficoltà per la manifestazione si fecero sempre più imponenti a causa delle risorse insufficienti per fronteggiare i costi. L’indotto proveniente dagli sponsor, vero architrave dell’organizzazione sin dalla sua nascita, venne meno così come gli ascolti televisivi ma la crisi attraversò un po’ tutta l’industria discografica a causa dell’avvento del web e dello streaming che ha contribuito al progressivo declino dei dischi. E anche la presenza degli artisti internazionali, fiore all’occhiello del festival, calò drasticamente dai primi anni del Duemila. 

E così l’ultima edizione rimane quella del 2007 che ha visto vincitori i Negramaro mentre la successiva del 2008, pur essendo in un primo momento annunciata, non vide mai la luce proprio a causa della mancanza di fondi.

Il mito del Festivalbar, però, non si è mai spento negli anni dopo la chiusura definitiva. Sui social molti fan nostalgici di quell’era televisiva e musicale ricordano ancora oggi con affetto la manifestazione musicale covando sempre nel profondo del cuore una minima speranza di un ritorno, ipotesi questa che però non ha mai visto concrete possibilità di avverarsi.