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I vinili jazz più rari e pregiati

di Redazione
 
vinili jazz

Da qualche anno è tornato alla ribalta il vecchio vinile. Abbiamo quindi rispolverato i nostri giradischi, o quelli dei nostri genitori, e iniziato a riscoprire un modo di ascoltare la musica molto diverso da quello di oggi. Di pari passo va la ricerca delle rarità, che non investe solo i collezionisti più accaniti, ma anche semplici appassionati, vogliosi di avere sui propri scaffali qualche perla dei loro artisti preferiti. Nell’articolo di oggi andremo alla scoperta di tre album che fanno parte del repertorio jazz e blues, tra i più rari e pregiati: Kind of Blue di Miles DavisHank Mobley dell’omonimo jazzista, e, infine, Me and the Devil Blues di Robert Johnson.

Kind of Blue di Miles Davis

Sicuramente trovare Kind of Blue di Miles Davis in qualsiasi negozio o mercatino non è un’impresa tra le più ardue. Il disco è infatti il più venduto tra quelli jazz, diventato una pietra miliare della storia della musica ed elemento imprescindibile di ogni collezione, anche per chi ascolta tutt’altro genere. L’album, uscito nel 1959, fu accolto da subito con grandi apprezzamenti, sia dagli appassionati che dagli addetti ai lavori. Con molta probabilità Kind of Blue rappresenta il punto più alto della carriera di Davis. L’album fu registrato in due sessioni, senza che fossero previste prove. Infatti, il trombettista di Alton portò alla band che doveva accompagnarlo solo delle sintetiche indicazioni per ogni brano. Quindi, non c’erano spartiti da seguire, ma delle linee melodiche su cui improvvisare. Il risultato, come detto, fu travolgente. 

Questo album, come detto, non è di per sé una rarità. Tuttavia, la stampa originale può oggi valere anche 1000 dollari. Quindi, se è facile poter trovare una qualsiasi edizione di Kind of Blue, per i veri collezionisti o appassionati del genere, avere in casa l’originale può valere una piccola fortuna.

Hank Mobley, una vera rarità per intenditori

Diverso il discorso per il secondo disco che andiamo a scoprire: Hank Mobley. L’album si intitola proprio come l’artista che lo ha prodotto, sassofonista tenore dalla lunga carriera, di cui la prima parte passata nelle sale di registrazione della Blue Note di New York. Il disco, nella sua versione originale, è uno dei più difficili da trovare: la casa discografica ne stampò infatti un numero non ben precisato, oscillante tra le 300 e le 1000 copie: una vera e propria caccia al tesoro per gli amanti del jazz. Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci. E quindi, girando per negozi e mercatini, o cercando su internet, aguzziamo la vista alla ricerca della prima edizione, che possiamo individuare grazie a un preciso segno distintivo. Infatti, si nota una differenza nella scrittura dell’indirizzo della casa discografica: se su un lato si indica la città con l’acronimo “NYC”, sull’altro viene invece riportato “New York 23”. La rarità del disco è dovuta anche alla mancata ristampa da parte della Liberty Records, che nel frattempo aveva acquisito la Blue Note. Il prezzo di Hank Mobley è quindi aumentato negli ultimi anni, arrivando a sfiorare i 5 000 dollari, se non di più: nel 2015, un acquirente ha sborsato ben 11 000 dollari per poter avere una copia del disco nella propria collezione.

Robert Johnson, un patto col diavolo per il successo

Viriamo ora leggermente, cambiando direzione alla nostra rotta, spostandoci su un altro genere, molto affine al jazz: il blues

Il nostro viaggio ci porta negli Stati Uniti del delta del Mississippi. Qui, in un desolato crocevia, leggenda vuole che Robert Leroy Johnson abbia stretto il suo patto faustiano con il diavolo, il quale gli dona la capacità di suonare la chitarra come nessun altro. Il prezzo da pagare? La sua anima, ovviamente!

La storia è stranota tra chi è sa un po’ di storia della musica, ed è stata alimentata negli anni da testimonianze che raccontavano di come Johnson, dopo un anno in cui sembrava scomparso, riapparve in grande stile, suonando la chitarra come non aveva mai fatto, e rivoluzionando il modo di fare blues. Probabilmente, nel suo girovagare tra gli Stati del sud degli Stati Uniti, aveva incontrato un bluesman, Ike Zimmerman, il quale gli aveva fatto da mentore, insegnandoli tutta la sua arte. Ma anche su questo personaggio, come del resto sullo stesso Johnson, i dati biografici e le documentazioni restano piuttosto vaghe e indefinite. Quel che è certo è che il musicista di Hazlehurst introdusse una tecnica innovativa, la quale, abbinata alla voce, all’armonica e ai suoi testi, lo ha reso un artista leggendario, modello per molti altri dopo di lui. 

Me and the Devil Blues, ormai un classico per gli appassionati del genere, fu registrato nel giugno del 1937, e rappresenta l’ultima sessione di registrazione prima della morte dell’artista, avvenuta a soli 27 anni. Un pezzo raro, per il quale tuttavia sarebbe necessario fare fronte ai propri risparmi: anche in questo caso la cifra si aggira intorno ai 10 000 dollari.

Quelli visti oggi sono solo tre album jazz e blues che rappresentano, ognuno a suo modo, delle rarità nell’attuale mercato musicale.