Per troppo tempo il rap è stato associato esclusivamente alle voci maschili ma sin dagli esordi questo genere musicale ha visto la partecipazione importante anche di artiste donne che hanno dato il proprio contributo a formare e diffondere il rap. Negli anni le rapper hanno dimostrato di saper imporre il proprio stile, conquistare spazi e ridefinire l’immaginario culturale legato al rap. Dalla forza pionieristica di Queen Latifah alla rivoluzione estetica e musicale di Lil’ Kim e Missy Elliott, passando per l’eleganza lirica di Lauryn Hill fino alle dive globali come Nicki Minaj e Cardi B, le rapper hanno saputo trasformare il microfono in un’arma di emancipazione, affermazione identitaria e innovazione sonora.
Negli ultimi decenni, le voci femminili si sono moltiplicate e diversificate, superando confini geografici e stilistici: dal rap impegnato di Rapsody alla sperimentazione cosmopolita di M.I.A., dalla potenza esplosiva di Megan Thee Stallion alla versatilità pop-rap di Doja Cat, fino al talento introspettivo della britannica Little Simz. Ciò che accomuna tutte queste artiste è la capacità di riscrivere le regole del gioco, affrontando i pregiudizi di genere e aprendo nuove possibilità espressive.
Ripercorriamo allora le tappe principali della storia del rap femminile attraverso dodici artiste che, ciascuna a modo suo, hanno lasciato un segno indelebile. Se si vuole conoscere a fondo l’evoluzione del rap attraverso le voci rosa non possiamo non soffermarci su questi nomi che hanno contribuito ad ampliare gli orizzonti del genere.
Dagli anni Ottanta alla metà dei Novanta: inizi e Golden Era
Una delle prime voci femminili ad affermarsi nel mondo hip hop è stata Queen Latifah: attiva fin dalla fine degli anni ’80 (anche attrice), viene spesso considerata una pioniera per la sua capacità di unire impegno sociale, femminismo e talento lirico. Brani come Ladies First (in collaborazione con Monie Love) e U.N.I.T.Y. sono diventati inni non solo per il rap, ma per la rivendicazione femminile, in particolare nelle comunità afroamericane. Il suo album Black Reign è uno dei più noti, assieme ad altri lavori che mescolano rap, canto e una forte coscienza politica.
Nella seconda metà degli anni ’90, prende la scena anche Lauryn Hill, sia con i Fugees che -successivamente – come solista. Impossibile dimenticare il grande successo di Killing Me Softly. Il suo album solista The Miseducation of Lauryn Hill (1998) è uno spartiacque, mescolando hip hop, soul, reggae, R&B, impegnandosi su temi come amore, maternità, identità e spiritualità. Brani come Doo Wop (That Thing), Ex-Factor, ed Everything Is Everything restano classici.
L’espansione del rap a cavallo del nuovo secolo
Se c’è una donna che ha profondamente inciso sul rap sul finire dello scorso secolo è sicuramente Missy Elliott. La rapper originaria della Virginia ha sfornato produzioni sperimentali, beat innovativi, video originali e una forte personalità a cavallo degli anni Duemila. Canzoni come Get Ur Freak On e Work It sono emblematiche del suo stile che le ha portato vari Grammy e riconoscimenti.
Uno stile provocatorio, sessualmente esplicito, all’insegna dell’empowerment femminile è stata la chiave del successo di Lil’ Kim, accompagnato dal suo flow aggressivo. Il suo album di debutto Hardcore (1996) è pionieristico sotto vari aspetti: estetica, lirica, modo di presentarsi che rompe stereotipi. Il suo impatto si vede anche nella moda e nella rappresentazione femminile nel rap.
Alla fine degli anni Novanta diventa famosa anche Eve, una delle MC femminili con più versatile appeal: diretta, potente, ma capace anche di introspezione. Il suo primo album Let There Be Eve…Ruff Ryders’ First Lady (1999) la mette in luce; poi Scorpion (2001) contiene il singolo Let Me Blow Ya Mind (con Gwen Stefani), che diventa un crossover molto popolare e le vale riconoscimenti importanti. Altri brani noti sono Who’s That Girl? e Gangsta Lovin’.
Nel primo decennio del nuovo secolo ha fatto la sua comparsa nella scena internazionale M.I.A., rapper con origini da Inghilterra e Sri Lanka che ha portato influenze globali, sperimentazione sonora, testi spesso politici, e immagini provocatorie nel rap. Album come Arular (2005) e Kala (2006) l’hanno resa famosa per aver mescolato elettronica, funk e hip hop. Brani come Paper Planes, Bad Girls mostrano la sua capacità di mescolare critica sociale e successo commerciale.
Dal 2010 ad oggi: le nuove generazioni tra nuovi linguaggi e pluralismo
Il rap femminile, con l’ingresso nel nuovo millennio, ha dovuto fronteggiare gli stereotipi attorno alle artiste così come le discriminazioni di genere e le aspettative spesso sessualizzanti su di esse. Le nuove generazioni degli anni Dieci hanno preso in eredità queste battaglie dandogli una maggiore creatività e varietà stilistica. È il caso di Nicky Minaj, una delle figure preponderanti dello scorso decennio: uno stile versatile caratterizzato da low tecnico, cambio di voce/persona (alter ego), capacità di fare hit rap ma anche pop. Una vera e propria popstar – riferimento sia nel rap che nella moda – che ha raggiunto il successo con gli album Pink Friday, The Pinkprint e Queen contenenti numerose hit divenute celebri in tutto il mondo.
Nell’ultimo decennio si sono affermate anche altre rapper che hanno fatto del carisma e della forte presenza scenica un proprio tratto distintivo: una di queste è Cardi B che ha raggiunto il pubblico mainstream grazie al successo del singolo Bodak Yellow ma anche di WAP che l’ha resa nota anche fuori dai confini del rap. Quest’ultimo singolo è stato realizzato in collaborazione con Megan Thee Stallion che con brani come Hot Girl Summer e Savage ha definito un’estetica del rap femminile contemporaneo all’insegna della forza e dell’indipendenza.
Non sono le uniche ad aver ammiccato al pop: tra loro rientra anche Doja Cat, rapper versatile in grado di rendere hit leggere dei brani rap e pop in cima alle classifiche e di cambiare registro sia sonoro che estetico. Hot Pink (2019) e Planet Her (2021) sono i suoi album di maggiore successo.
Su un piano diverso si pongono invece altre due rapper che hanno riscosso molti apprezzamenti nella scena musicale degli ultimi anni: una è Rapsody, dalla forte coerenza lirica, che si è fatta conoscere grazie soprattutto agli album Laila’s Wisdom (2017) e Eve (2019) che mostrano maturità e introspezione; l’altra è Little Simz, britannica, che rappresenta forse la generazione più critica e “underground” ed è apprezzata per i suoi testi profondi e la produzione curata – Sometimes I Might Be Introvert il suo disco più famoso. Nel corso degli anni, quindi, il rap femminile è diventato sempre più centrale nella scena musicale rispetto alla nicchia rappresentata alle origini. La sfida per le donne ora è quella di mantenere una presenza costante nel rap e di continuare a combattere gli stereotipi attorno a queste artiste.

