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Dieci anni senza Lucio Dalla

di Redazione
dieci anni senza dalla

Dieci anni fa ci lasciava Lucio Dalla, uno dei più grandi interpreti del panorama musicale italiano, in grado di conciliare i gusti di più generazioni grazie a canzoni che hanno fatto storia e che sono entrate di diritto nella nostra tradizione.

Dalla è stato capace di scrivere testi allo stesso tempo ironici e malinconici, allegri e velati di tristezza, in grado di divertirci o di farci riflettere, che interpretava magistralmente attraverso un’estensione e un timbro vocale molto rari.

Abbiamo deciso di ricordarlo ripercorrendo i primissimi esordi (forse non da tutti conosciuti) e le grandi collaborazioni, ma raccontando anche alcune curiosità meno note.

I primissimi esordi, tra jazz, fiaschi e primi successi

Il primo amore di Lucio Dalla fu sicuramente il jazz. A dieci anni gli viene regalato un clarinetto, a cui l’artista bolognese si dedica da autodidatta, e che continuerà a suonare durante tutta la sua carriera. Il suo impegno viene premiato fin da subito: il giovanissimo Lucio suonerà più volte con il grande trombettista Chet Baker, che in quel periodo viveva nel capoluogo emiliano. Entra inoltre in un gruppo, la Rheno Dixieland Band, con la quale si classifica al primo posto al Festival Jazz di Antibes. Nel 1961 viene ingaggiato come clarinettista nella Second Roman New Orleans Jazz Band per incidere un brano del loro disco. L’anno dopo entra come cantante dei Flippers, gruppo che tra l’altro supportava Edoardo Vianello (che spesso si esibiva senza scarpe, tra la disapprovazione dei padroni dei locali).

Nei Flippers, Dalla sperimenterà i suoi leggendari gorgheggi scat, che verranno notati da Gino Paoli. È proprio il cantautore genovese a convincere Lucio a intraprendere la carriera da solista. L’anno dopo, nel 1964, a soli 21 anni incide Lei (non è per me), il suo primo 45 giri, che in realtà non riscosse molto successo. Ma di lì a poco il cantautore bolognese si rifarà decisamente dei fiaschi degli esordi. Il primo successo arrivò con Sanremo, quando Dalla presentò prima Paff… Bum!, e poi Bisogna saper perdere.

Dopo qualche passaggio a vuoto, la carriera di Lucio Dalla prende definitivamente il volo nel 1971, quando si presenta al Festival di Sanremo con 4/3/1943, arrivando terzo classificato. Il brano, intitolato inizialmente Gesù bambino, e al quale fu cambiato sia il titolo che alcune frasi, rimase quindici settimane nella hit parade e diventò uno dei classici di Dalla, sicuramente una delle sue canzoni più note.

Lucio Dalla e tre grandi collaborazioni: De Gregori, Stadio, Morandi

La carriera di Dalla è stata costellata da grandi collaborazioni. Qui ne ricordiamo tre che hanno visto protagonisti mostri sacri della musica italiana.

Dalla e De Gregori: la musica d’autore sbarca negli stadi

Lucio Dalla e Francesco De Gregori sono due personaggi completamente diversi dal punto di vista personale, ma anche per estrazione sociale e cultura musicale. Questo non gli impedì comunque di collaborare in maniera proficua, dando vita a un fortunatissimo album, Ma come fanno i marinai, pubblicato alla fine del 1978.

Il disco fu seguito da quello che è ormai considerato un tour storico, Banana Republic, da cui fu tratto l’omonimo disco, che vendette ben 500.000 copie. Durante l’estate del ‘79 i due riempirono numerosi stadi in tutta Italia, a partire dal Flaminio di Roma. Fu una delle prime volte che la musica d’autore entrava negli stadi, presentandosi così davanti a decine di migliaia di persone. In questo, Dalla e De Gregori furono dei precursori di quella che è stata poi una tendenza che è diventata la norma.

La nascita degli Stadio

Nel 1981 viene ufficializzata la nascita degli Stadio, nome che, come ricorda Gaetano Curreri, nacque proprio dall’esperienza di Banana Republic. Il cantante del gruppo ci dice inoltre che in realtà non doveva essere lui il frontman, ma un’altra persona. Fu proprio Dalla a convincerlo a interpretare i brani degli Stadio, nonostante l’iniziale tentennamento di Curreri. La collaborazione tra Dalla e gli Stadio continuerà nel tempo, almeno per tutti gli anni Ottanta.

Il sodalizio tra il cantante bolognese e la band fu cementato dall’uscita del film Borotalco di Carlo Verdone. Protagonista femminile del film è infatti una fan scatenata di Dalla, impersonata da Elenora Giorgi, che prova in tutti i modi di incontrarlo. Il bacio del film sarà accompagnato da quello di Grande figlio di puttana, canzone che varrà agli autori Dalla, Curreri e Pezzoli sia il David di Donatello che il Nastro d’argento come miglior Colonna Sonora Originale.

Dalla e Morandi

Nell’estate del 1988 Lucio Dalla inizia una nuova collaborazione, stavolta con il conterraneo Gianni Morandi, con il quale incide Dalla/Morandi, disco di 15 tracce da più di un milione di copie vendute. L’album conteneva vecchi successi dei due, amici di vecchia data, ma anche alcuni inediti, come Vita, scritta da Mogol.

All’album seguirà un tour molto lungo, con 110 repliche, che toccò anche alcune città all’estero e alcuni dei luoghi più affascinanti d’Italia. Accompagnati dagli Stadio, Dalla e Morandi si scambiavano sul palco le loro canzoni, in esibizioni che riuscivano ad amalgamare perfettamente due stili e modi di fare musica piuttosto diversi, che venivano però tenuti insieme dalla loro energia. L’ultima tappa del tour, nella suggestiva location del Teatro Greco di Siracusa, fu trasmessa in diretta televisiva su Rai1.

Qualche curiosità in più

Non tutti sanno che lo zio di Lucio, Ariodante Dalla, era un cantante molto popolare negli anni ’40 e ’50. Come dire: anche la genetica ha fatto la sua parte.

Il primo gruppo, la Rheno Dixieland Band, vedeva la partecipazione di Pupi Avati, che suonava anche lui il clarinetto: il regista dovette però abbandonare l’esperienza perché invidioso della bravura di Dalla come clarinettista.

Lucio Dalla fu un musicista a tutto tondo (pensiamo alla sua riscrittura della Tosca), ma forse non tutti sanno che il cantante fece anche cabaret: durante gli anni ’60 si esibiva infatti con un gruppo di artisti (in realtà senza troppo successo). Nei primi anni ’60 fece parte di un gruppo di cabaret con Gianni Cavina, Baldazzi, Mangano e Pizzirani. Pare che il sottoscala dove si esibivano fosse sempre vuoto. Ma si dice che una volta tra il pubblico c’era Gianni Morandi: se all’epoca ci fossero stati i social, avremmo avuto una prova da Gianni.

Piazza Grande è una della canzoni più famose di Dalla. Tuttavia non si tratta, come potrebbe indurre a pensare il titolo, di Piazza Maggiore a Bologna, ma della più piccola Piazza Cavour.

Sempre rimanendo in tema di grandi successi, 4/3/1943 non fu scritta da Dalla, ma da Paola Pallottino. Il cantautore bolognese collaborò poi con il poeta Roberto Roversi.

Per concludere, Lucio Dalla ha recitato in ben quindici film, tra il ’65 e i ’79, con registi come i fratelli Tavani e Renato Castellani.