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Bambini, giganti, fasci di luce: la copertina di Houses of the Holy

di Redazione
Copertina The house of the holy copia

Continuiamo la nostra carrellata alla scoperta delle copertine più famose della storia della musica. Disegni, foto, stampe che, subito o con il tempo, sono diventate iconiche, entrando nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati di musica.

Nell’articolo di oggi andremo a scoprire la nascita della copertina di Houses of the Holy dei Led Zeppelin, che ancora oggi, dopo più di cinquant’anni dalla sua uscita, fa ancora discutere.

Studio Hipgnosis, un nome, una garanzia

Quando, il 28 marzo 1973, i fan dei Led Zeppelin si precipitarono nei negozi per acquistare l’ultimo lavoro del gruppo Houses of the Holy, non poterono che rimanere estasiati e stupefatti davanti alla copertina, misterica, enigmatica, ma allo stesso tempo così visivamente intuitiva.

Ma del resto non ci si poteva aspettare diversamente. A idearla era stato infatti uno degli studi più famosi di sempre, lo studio Hipgnosis. Il nome non vi dice nulla? Allora pensate al prisma di The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (solo per citare una delle principali collaborazioni), e forse tutto vi sarà più chiaro. Quando i Led Zeppelin contattarono i soci dello studio, Storm Thorgerson e Aubrey Powell (a cui toccò la realizzazione della cover, visto che il primo fu licenziato dopo una discussione con la band), iniziò un processo creativo che portò all’elaborazione di una delle copertine più iconiche di sempre.

Ma come nacque l’idea?

Le ipotesi iniziali erano tre:

  • Scolpire il simbolo ZoSo sulle linee di Nazca, l’altopiano peruviano famoso per i suoi “disegni” nel deserto;
  • Immortalare un campo da tennis elettromagnetico con una racchetta;
  • prendere ispirazione dal romanzo fantascientifico Childhood End, di Arthur C. Clarke, in cui bambini fuoriescono dalla terra, andando incontro allo spazio, avvolti da una luce splendente.

Quest’ultima idea piacque al gruppo, ma per realizzarla servivano, appunto, dei bambini. Powell, che aveva preso il comando delle operazioni, trova una famiglia, con i genitori e due fratellini (Stefan e Samantha Gates).

Ma fermiamoci un attimo e andiamo a vedere dove e come fu realizzata la copertina di Houses of the Holy.

Houses of the Holy: in Irlanda sulle tracce dei…giganti

L’album era in uscita a inizio del 1973, e serviva quindi velocizzare le operazioni. I Led Zeppelin diedero perciò carta bianca allo studio Hipgnosis, e, soprattutto, stabilirono un budget illimitato.

Tuttavia, i tempi ristretti costrinsero Powell a cambiare location: dal Perù all’Irlanda. Il risultato rimase comunque sorprendente. Il sito scelto infatti non aveva nulla da invidiare all’ambientazione peruviana. La sessione fotografica si svolse al Giant’s Causeway (Selciato del Gigante). Si tratta di una formazione di più di 40mila colonne di basalto, uno scenario da togliere il fiato!

La leggenda narra che a creare questo sentiero, che si trova nella Contea di Antrim, sia stato proprio un gigante, Finn McCool, il quale doveva arrivare in Scozia per combattere contro il suo rivale, l’altro gigante Benandonner. In Scozia, d’altronde, esiste una simile formazione: Fingal’s Cave. Per chi non crede a miti e leggende, la spiegazione è una fortissima esplosione vulcanica di decine di milioni di anni fa.

Ma torniamo alla copertina di Houses of the Holy.

La sessione fotografica durò dieci giorni, in cui il tempo non fu certo dalla parte del fotografo. La pioggia era incessante, e quindi si decise di scattare in bianco e nero. Successivamente si sarebbe aggiunto il colore. Oggi la copertina vede i bambini dipinti con colori differenti rispetto a quelli immaginati, per un errore del grafico, che versò sulle loro immagini della colorazione magenta, ma ciò trovò comunque l’approvazione della band.

Quello che vediamo sulla copertina sono trenta scatti sovrapposti, che vanno a formare un’unica immagine dei due bambini, che così risultano in realtà undici. Altro che Photoshop!

Houses of the Holy: i significati e le interpretazioni della copertina

Il risultato dell’elaborazione grafica fu quindi una main cover in cui erano presenti undici figure di bambini nudi, che sembrano avanzare sul Selciato del Gigante. Girando l’album, sul retro della copertina campeggiava l’immagine di un individuo nell’atto di innalzare il piccolo Stefan verso il cielo, da quale sgorga un raggio di luce, in quello che sembra quasi un rituale sacrificale. La scena viene immortalata con sullo sfondo un castello diroccato, il Dunluce Castle.

Ma che significato avrebbe tutto questo?

Quando si entra in questo ambito, le speculazioni e le tesi fantasiose la fanno da padroni. Come detto, la versione accreditata è quella di un riferimento al libro Childhood End. Alcuni però hanno voluto vedere, soprattutto nel retro, qualcosa di più esoterico. Che Page fosse interessato al mondo dell’occulto non è certo un segreto, in particolare dalla figura di Aleister Crowley, di cui il chitarrista dei Led Zeppelin comprò una delle abitazioni. Proprio questo occultista inglese della prima metà del Novecento, nel suo Libro della Legge, parla di sacrifici a favore della Luce (inoltre Lucifero, in latino, significa “portatore di luce”).

Insomma, una versione sicuramente affascinante, che ha anche i suoi perché e la sua logicità.

Concludiamo dicendo che il disco aveva un curioso packaging: per coprire i nudi dei bambini, era avvolto da una etichetta sottile, con sopra nome del gruppo e titolo, che appunto andavano sopra le immagini che avrebbero potuto provocare problemi. Altri tempi? Sì, ma non troppo. Nel 2011 Facebook ha rimosso l’immagine di Houses of the Holy caricata da molti utenti proprio perché contraria alle regole del social network.

Houses of the Holy fu inizialmente accolto dalla critica con severità, in particolare da Rolling Stones. Col passare degli anni, l’album ha assunto una sua importanza letto all’interno dell’intera discografia dei Led Zeppelin. La copertina però fu da subito scioccante. Lo stesso Rolling Stones l’ha posizionata al 50° posto fra le 100 migliori cover della storia della musica.