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Ahi Maria: la raccolta dei grandi successi di Rino Gaetano

di Redazione
rino gaetano ahi maria copertina

A 40 anni dalla morte del cantautore, esce il 26 novembre Ahi Maria 40th (180 Gr. Vinyl Purple), la raccolta dei più importanti successi di Rino Gaetano.

Voce ruvida, atteggiamento ironico e sbeffeggiante, testi apparentemente leggeri ma attraversati da profondità e da un certo tormento interiore, spesso impegnati e di denuncia sociale, Rino Gaetano è stato un unicum nel panorama del cantautorato italiano degli anni ‘70.

Nonostante la prematura scomparsa, il cantautore di origini calabresi ha lasciato un profondo segno nella musica italiana, e ancora oggi le sue canzoni ci accompagnano nella nostra quotidianità.

Ripercorriamo allora insieme gli esordi, la carriera e i successi di Rino, scoprendo anche qualche piccola curiosità.

Dagli esordi ai primi successi

Nato a Crotone il 29 ottobre del 1950, ma trasferitosi a Roma all’età di 10 anni nel quartiere di Monte Sacro, Rino Gaetano si approcciò da subito alla musica.

Nel 1968 mise in piedi un gruppo, i Krounks, nel quale suonava il basso. Chi viveva a Roma e voleva conoscere un certo clima musicale, e perché no, farne parte, non poteva prescindere dal frequentare il Folkstudio, vera fucina di talenti – tra i quali emersero, giusto per citare alcuni dei più famosi, Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Anche Rino iniziò a frequentare l’ambiente, facendosi notare per i suoi testi atipici, sempre conditi da ironia e leggerezza, ma non per questo meno interessanti, rispetto a quelli più “duri” che circolavano tra i cantautori cosiddetti “impegnati”. Nello stesso periodo si cimentò anche in alcune rappresentazioni teatrali di autori come Majakovskij e Beckett.

Il primo disco pubblicato dal cantautore fu I Love You Marianna del 1973. L’anno successivo uscì Ingresso libero, che non riscosse però molto successo.

Nel 1975 arrivò il primo vero successo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu, che solo nello stesso anno raggiunse le 100.000 copie vendute. La singolarità risiede nel fatto che l’album conteneva una sola canzone divisa in due parti. Utilizzata in film, pubblicità, oggetto di numerose cover, Ma il cielo è sempre più blu è uno dei brani di Rino Gaetano che viene ricordato e utilizzato più spesso, molte volte distorcendone probabilmente il vero significato e piegandolo alle esigenze del momento. 

Nel 1976 fu pubblicato il secondo album del cantautore calabrese, Mio fratello è figlio unico, un disco che rappresentò probabilmente la sua maturazione artistica. Il 1977 è l’anno di Aida: nella title track Rino ripercorre la storia italiana dal fascismo al «ritorno in un paese diviso, più nero nel viso, più rosso d’amore», fino all’approdo alla democrazia, con tutte le sue contraddizioni e i suoi compromessi.

Nuntereggae più: quante polemiche!

Nel 1978 Rino Gaetano pubblica il quarto album, Nuntereggae più. La title track era stata scelta dall’artista per la sua partecipazione al Festival di Sanremo ma, come vedremo, sarà consigliato un altro brano. Il motivo era semplice: accompagnati dall’espressione dialettale che dà il titolo alla canzone, e che manifesta una certa intolleranza, nel testo della canzone venivano citati i nomi di numerosi personaggi in vista, dalla famiglia Agnelli a personaggi sportivi (come Bearzot, Tardelli, Causio, Panatta, Lauda, Rivera, il giornalista Gianni Brera), dai presentatori televisivi come Mike Bongiorno o Raffaella Carrà fino ad attori come Paolo Villaggio o cantanti come Francesco Guccini. Senza dimenticare i maggiori partiti del tempo, Pci, Psi, Dc, Pli, Pri. 

Insomma, un elenco con il quale Rino in una certa maniera scherzava con l’Italia, prendendo in giro i personaggi considerati più influenti, sempre con una leggerezza che accompagnava però anche la critica sociale. Nel testo infatti vengono presi di mira atteggiamenti, stereotipi e tradizioni culturali propri dell’Italia del tempo – e forse anche di oggi – dai valori della «castità» e della «verginità», della «sposa in bianco» e del «maschio forte» per arrivare a denunciare le storture e i privilegi politici ed economici, come le «super pensioni», gli «evasori legalizzati», le «auto blu» o «l’immunità parlamentare», mentre in tutto questo l’autore intorno a sé vede ancora «tanta gente che non c’ha l’acqua corrente».

Insomma, una critica al tempo stesso giocosa e irriverente della società italiana dell’epoca, che ritroviamo in molti suoi testi, a volte in maniera velata, in altre esplosiva.

La canzone suscitò non poche polemiche, in particolare da parte di Maurizio Costanzo, che ospitandolo nel suo programma Acquario dimostrò tutta la sua insofferenza e uno scarso apprezzamento per la canzone (forse anche per l’artista in generale).

Nuntereggae più subì anche dei tagli di alcuni nomi, come Aldo Moro, Indro Montanelli o Michele Sindona. Durante Discomare ’78, la Rai si oppose all’esecuzione del brano da parte di Gaetano, che per protesta abbandonò la manifestazione canora.

La partecipazione a Sanremo e il trionfo di Gianna

Nel 1978 Rino Gaetano partecipò al Festival di Sanremo, nonostante lo scetticismo dello stesso cantante, poco vicino alla cultura musicale che veniva presentata solitamente nella kermesse sanremese. Tuttavia alla fine si convinse e partecipò con il brano Gianna, scelto al posto di Nuntereggae più, proposto da Gaetano ma sconsigliato dalla casa di produzione per via dei numerosi nomi di politici, industriali e personaggi famosi presenti nel testo. Due canzoni totalmente differenti l’una dall’altra, ma che divennero due delle più famose dell’autore.

Rino si presentò in tutta la sua goliardia, suonando un ukulele e indossando tuba nera, frac e papillon, maglietta a righe bianche e rosse e delle comode scarpe da ginnastica, tutto condito da numerose medagliette appuntate sull’abito. Certamente un atteggiamento dissacrante verso quello che viene considerato ancora oggi il tempio della musica italiana. Il cantautore arrivò terzo, e Gianna divenne una vera e propria hit, nonostante l’autore non fosse totalmente soddisfatto del brano. 

L’esibizione a Sanremo fu uno spartiacque in qualche modo ambiguo: se da una parte consacrò Gaetano, lanciandolo definitivamente sulla scena musicale italiana come uno dei maggiori cantautori di talento e donandogli notevole successo, dall’altra parte la sua carriera precedente ne uscì penalizzata: per molti Gaetano fu identificato con Gianna, così distante dai precedenti lavori; gli storici fan, che lo avevano accompagnato dall’esordio, considerarono invece il brano e la partecipazione al Festival una sorta di allontanamento dal suo stile originario.

La carriera di Rino Gaetano continuò con altri due album in studio, Resta vile maschio, dove vai? (in cui è presente Ahi Maria) seguito da E io ci sto. La carriera si interruppe tragicamente con la morte dell’artista il 2 giugno 1981, a causa di un incidente stradale.

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Qualche curiosità su Rino

Di un artista come Rino Gaetano si potrebbero dire migliaia di cose, analizzando i testi, le tematiche, la sua influenza sulla cultura di massa e sulle successive generazioni di cantautori. Noi vogliamo ricordarlo attraverso alcune curiosità.

Il nome Rino è il diminutivo di Salvatorino, come veniva chiamato in famiglia: il nome completo era infatti Salvatore Antonio Gaetano.

Rino studiò per anni nel seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni. E qui – sembra uno scherzo – fu escluso dal coro perché ritenuto poco intonato.

Era diplomato in ragioneria, e per un periodo lavorò perfino in banca, posto trovatogli dal padre, preoccupato per il suo futuro.

Nel 2007, Paolo Rossi presentò un brano inedito di Rino, In Italia si sta male (si sta bene anziché no). Sempre nel 2007 fu trasmessa su Rai1 la miniserie Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu, che suscitò diverse polemiche, in particolare dalla famiglia dello stesso Rino, scontenta per come fu rappresentato l’artista, interpretato da Claudio Santamaria.

Le tre città legate più strettamente a Rino, Roma, Crotone e Cutro, hanno deciso di rendergli omaggio: nella capitale gli è stata intitolata una via, mentre nelle due città calabresi una piazza. Esempio seguito da tante altre città italiane.