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Anniversario dell’uscita di Bohemian Rhapsody

di Redazione
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Il 31 ottobre del 1975 usciva Bohemian Rhapsody dei Queen, estratto dell’album in studio A Night at the Opera. Quasi superfluo parlare del successo del brano, che rimane ancora oggi uno dei più amati e cantati dai fani di Freddie Mercury e soci.

E non è un caso che il film dedicato ai Queen, con un magnifico Rami Malek, prenda proprio il nome della canzone.

Nell’articolo di oggi andiamo alla scoperta del brano: dalla struttura allo stile, dalla storia della composizione alla diffusione, anche grazie al suo video.

La struttura e lo stile di Bohemian Rhapsody

L’idea alla base della nascita di Bohemian Rhapsody era quella di realizzare qualcosa che si differenziasse da tutto ciò che era presente in quel momento nel panorama musicale internazionale. Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che l’obiettivo fu raggiunto in pieno.

Bohemian Rhapsody è infatti un brano in continua evoluzione, e anzi si può affermare che al suo interno contenga diverse canzoni. La particolarità del brano è infatti proprio questa: il non avere una semplice struttura lineare, ma presentare una varietà stilistica, in modo che il componimento prenda continuamente direzioni diverse, spiazzando sì, ma anche coinvolgendo, l’ascoltatore.

Il termine “rapsodia” infatti non è casuale, e indica un componimento la cui peculiarità è proprio una struttura non lineare. Il brano dei Queen rispecchia in pieno questa caratteristica. Bohemian Rhapsody è infatti una canzone complessa dal punto di vista della composizione (e di conseguenza dell’esecuzione). Ascoltandola ci si rende subito conto come sia possibile dividerla in cinque parti.

Una prima sezione introduttiva corale, cantata praticamente a cappella, seguita da una che vira più sulla ballad, concludendosi con un assolo di chitarra di Brian May. La terza parte è forse quella più evocativa e coinvolgente: si tratta, in sostanza di un pezzo d’opera, che introduce una potente sequenza hard rock, con sonorità più dure, ritmi incalzanti, chitarra in evidenza. Il brano si conclude poi con un’altra ballata con chitarra e piano, più breve della prima, in cui torna la dolcezza dell’inizio.

Ascoltare Bohemian Rhapsody è come andare sulle montagne russe: i diversi stili, ritmi, generi, mescolati e alternati perfettamente, ci fanno continuamente salire e scendere la scala delle emozioni, ma in maniera del tutto naturale e armoniosa. 

La storia di Bohemian Rhapsody

Bohemian Rhapsody è stata scritta da Freddie Mercury, leader indiscusso della band e una delle migliori voci di sempre, nella sua casa di Kensigton, nel versante ovest della capitale inglese.

Come detto, in Mercury era nata l’intuizione di creare qualcosa di veramente originale: un’ambizione che trovò subito d’accordo tutti i membri del gruppo, che appoggiarono il progetto. Freddie Mercury iniziò a scrivere Bohemian Rhapsody agli inizi del 1975, e le registrazioni iniziarono qualche mese dopo. Il luogo prescelto per rendere concreta l’intuizione di Mercury fu il Rockfield Studio 1, in Galles.

Così, dopo tre settimane di prova in Inghilterra, la band si trasferì in terra gallese per iniziare a lavorare sul brano. Iniziate il 24 agosto del 1975, le sessioni di lavoro si protrassero per circa sei settimane. Il risultato è quello che conosciamo tutti: una canzone curata nei minimi dettagli.

Non è un caso che l’album in cui fu inserita Bohemian Rhapsody, A Night at the Opera, è uno dei più costosi nella storia della musica.

Nonostante il suo indubbio valore artistico, inizialmente si riscontrò qualche difficoltà, sia per pubblicarlo come singolo, sia per essere trasmesso in radio. La lunghezza del brano, circa 6 minuti, era in quel periodo considerata eccessiva per un singolo rock.

Fortunatamente, Kenny Everett, dj amico di Mercury, iniziò a trasmetterlo continuamente, contribuendo alla diffusione e al successo del singolo. Pubblicato in fretta e furia il 31 ottobre del 1975 dalla casa editrice dopo la diffusione in radio, Bohemian Rhapsody conquista il disco di platino e il primo posto della classifica britannica, detenendolo per ben nove settimane, divenendo in poco tempo un grande classico della musica di tutti i tempi.

Non solo musica: il video di Bohemian Rhapsody

Vale la pena fare un piccolo accenno al videoclip del brano.

Quello di Bohemian Rhapsody è stato infatti uno dei primi realizzato a scopo promozionale. Anche se bisogna sempre ricordare i video dei Beatles realizzati a metà anni Sessanta, e quello degli ABBA per Waterloo (considerato il primo in assoluto), è da quel momento che girare videoclip per fare pubblicità alle proprie pubblicazioni è diventata la normalità per le case discografiche. 

Il video inizia con tutti i membri della band che cantano l’introduzione del brano, avvolti dal buio, con luci a illuminare esclusivamente i loro volti. Con una dissolvenza, si passa a una lunga parte in cui la band viene ripresa mentre gira, per poi tornare alla situazione iniziale durante la parte operistica.

Per la sequenza hard rock, i Queen tornano sul palco, ripresi durante la performance. Una particolarità del video è che la realizzazione degli effetti speciali non è avvenuta durante il montaggio, ma in contemporanea alla registrazione.

Per esempio, l’effetto che vediamo apparire sul volto di Mercury, è ottenuto puntando la fotocamera su un monitor, per avere un feedback visivo (simile a quello acustico che si ha puntando un microfono su un amplificatore).

Invece, quello a nido d’ape è stato realizzato tramite un’apposita lente. Nel novembre del 1975 il video fu trasmesso da Top oh the Pops, dopodiché ne fu prodotta una versione alternativa, che prevedeva delle fiamme presenti nell’intro e diverse angolazioni. 

Da quando è stato pubblicato sul canale YouTube del gruppo nell’agosto del 2008, il video di ha superato a oggi il miliardo e mezzo di visualizzazioni.

Sintomo di come Bohemian Rhapsody sia una canzone in grado di non cedere al logorio del tempo, e di unire generazioni diverse sotto l’emblema della grande musica.