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Some Girls, storia della copertina dell’album dei Rolling Stones 

di Redazione
 
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Un disco musicale non si giudica solo dalla copertina ma di sicuro quest’ultima può segnare una pagina importante nella storia della musica. Senza dubbio è il caso, tra gli altri, di Some Girls, disco pubblicato dai Rolling Stones nel 1978 che segnò il ritorno della band in grande stile dopo gli ultimi lavori accolti freddamente dalla critica e dai fan. 

La copertina venne realizzata dall’artista Peter Corriston e scatenò non poche polemiche per i volti raffigurati al suo interno tanto da portare gli Stones a doverla modificare in seguito ad un ricorso presentato da alcune delle personalità ritratte senza il loro consenso. 

L’uscita del disco e il riscatto dei Rolling Stones

L’album Some Girls arrivò nel 1978, nel pieno dell’era punk-rock e diede nuovo slancio ai Rolling Stones, reduci in quel periodo da alcuni lavori che avevano riscosso alcune perplessità dalla critica al punto da parlare di un declino definitivo. In particolare, fu l’album Black and Blue di due anni prima a far storcere il naso a più di qualcuno e per questo sembrava necessaria una risposta per dissipare tutti i dubbi nati sulla band. Il disco presenta varie influenze musicali, dal funky all’R’n’B e naturalmente al rock più puro. Fu il primo album che vide il chitarrista e bassista Ronnie Wood nella formazione ufficiale del gruppo dopo che aveva già collaborato ad alcune tracce nei due precedenti album degli Stones. 

Il successo dell’album venne confermato dalla posizione numero 1 nella Billboard 200 e dalla presenza al 269° posto nella classifica dei 500 album migliori di sempre stilata dalla rivista Rolling Stone nel 2003. Some Girls divenne l’album della band ad aver venduto di più negli Usa con oltre 6 milioni di copie grazie anche al successo del singolo Miss Youche ne anticipò l’uscita. 

L’originalità della copertina dell’album 

Di Some Girls non si parlò solo del ritorno musicale a grandi livelli dei Rolling Stones: ad occupare le pagine dei giornali e i commenti della critica fu senz’altro anche la sua copertina raffigurante i volti dei membri della band insieme ad altri volti noti femminili. Venne prodotta dall’artista Peter Corriston che avrebbe poi lavorato anche alle copertine dei successivi tre album del gruppo vincendo un Grammy nel 1982 nella categoria Best Package Album: la copertina in questione fu quella dell’album Tattoo You

La copertina di Some Girls si ispirò all’arte di Andy Warhol per i suoi colori accesi e il modo in cui vennero raffigurati i volti – con look datati – mentre sul retro vennero mostrate vecchie fotografie per pubblicizzare reggiseni. Si trattò di un lavoro originale che mise in atto un’articolata elaborazione di colori e figure che in qualche modo anticipò la creatività e l’originalità delle tracce e dei suoni dell’album. Corriston prese spunto dallo stile dei tipici volantini pubblicitari dei negozi di parrucchieri che venivano diffusi negli anni ’50 con tanto di presenza di parrucche affiancate dai rispettivi prezzi. L’intenzione iniziale era quella di raffigurare 20 volti femminili dello spettacolo insieme a quelli dei membri della band con un espediente grafico sulla scia di album del passato. Le facce raffigurate prendono le forme di bolle scontornate sparse per tutta la copertina.  La raffigurazione delle dive dello spettacolo però dovette ben presto lasciare spazio ad una versione “censurata” in seguito alle proteste delle personalità coinvolte.

Le polemiche in seguito alla copertina e le azioni legali degli interessati

La pubblicazione di Some Girls scatenò non poche polemiche a causa delle immagini raffigurate nella sua copertina che fecero infuriare vip e aziende. La copertina, infatti, prese spunto non solo dall’arte di Warhol ma soprattutto da una vecchia pubblicità della Valmor Products (azienda americana di cosmetici). E proprio la Valmor decise di intraprendere azioni legali contro la band per l’utilizzo del design originale riuscendo ad ottenere un compenso. L’azienda di cosmetici non fu l’unica a presentare un’istanza contro la copertina realizzata da Corriston: anche alcune delle attrici raffigurate nell’immagine protestarono poiché non avevano fornito alcun consenso ad essere ritratte nell’album come Farrah Fawcett, Lucille Bell, Raquel Welch, Liza Minelli (per sua madre Judy Garland) e gli eredi di Marilyn Monroe. Il tribunale diede ragione alle azioni legali intraprese da tutte le attrici e perciò la band fu costretta a modificare la copertina dell’album con un’altra in cui erano stati eliminati tutti i volti noti, sostituiti da ulteriori figure dei membri degli Stones e da figure femminili prese da un catalogo di acconciature per signora. Vennero rimossi tutti i volti, anche di quelli che non presentarono denuncia, sostituendoli con la scritta “Pardon our appearance – cover under re-construction“. Il disco uscì con una diversa colorazione a seconda del paese di riferimento. 

Le polemiche seguite alla pubblicazione della copertina non scalfirono comunque il successo dell’album, riconosciuto come il miglior lavoro dai tempi di Exile on Main St. del 1972.