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Il suono che ha cambiato la paura al cinema: Lo squalo 50 anni dopo

di Redazione
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Sono passati cinquant’anni dall’uscita di Lo squalo di Steven Spielberg, il film che nel 1975 ha trasformato un tranquillo villaggio di mare nella location di un incubo e ha rivoluzionato per sempre il modo di raccontare la suspense sul grande schermo. La storia segue il capo della polizia Martin Brody (Roy Scheider), costretto ad affrontare un enorme squalo bianco che attacca i bagnanti di Amity Island. Per fermarlo, Brody si unisce al cacciatore di squali Quint (Robert Shaw) e all’oceanografo Matt Hooper (Richard Dreyfuss) in una caccia che diventerà leggendaria.

Ma se Lo squalo è ancora oggi uno dei thriller più spaventosi di sempre, non è solo merito delle immagini. È il suono – in particolare la colonna sonora di John Williams – ad aver reso il film un’esperienza senza precedenti.

Un predatore silenzioso che parla con la musica

Fin dalle prime scene, Spielberg sfrutta la musica come strumento narrativo essenziale. Lo squalo si vede pochissimo sullo schermo, ma si sente: le due note del tema principale di Williams, ripetute con un crescendo sempre più rapido, annunciano al pubblico la presenza del predatore, rendendo ogni scena di mare un momento di ansia. In questo modo, il tema musicale diventa la “voce” dello squalo, che nella realtà è un animale silenzioso. Le note sostituiscono un verso inesistente, trasformandosi in un segnale immediatamente riconoscibile.

Questa trovata registica e musicale non solo amplifica la tensione, ma ha anche un valore simbolico: trasforma la colonna sonora in un vero e proprio personaggio, capace di raccontare ciò che l’occhio non vede.

Capire l’importanza del suono: un esempio con Gli uccelli

Per capire quanto sia geniale l’uso del tema musicale in Lo squalo, possiamo pensare a un altro grande classico dell’horror con protagonisti animali: Gli uccelli di Alfred Hitchcock. In quel film, il verso stridulo e ripetuto degli uccelli crea suspense e segnala l’arrivo della minaccia, anticipando spesso le loro apparizioni sullo schermo.

Nel caso dello squalo, invece, l’animale non emette alcun suono: è un predatore silenzioso. Ecco perché la musica di John Williams diventa un sostituto narrativo del verso, accompagnando e preannunciando la comparsa della creatura, e rendendo la sua presenza ancora più inquietante. Questa differenza mostra quanto il suono – naturale o creato – sia uno strumento essenziale per costruire la paura al cinema.

Il suono della morte e il legame con Duel

Il ruolo del suono in Lo squalo non si ferma al celebre tema principale. Anche nel finale, quando Brody riesce finalmente a colpire lo squalo, la carcassa dell’animale sprofonda lentamente nell’oceano accompagnata da un suono lungo e inquietante, simile a un ultimo lamento. Questo effetto non è stato creato appositamente: Spielberg ha riutilizzato l’effetto sonoro del camion che precipita nel burrone in Duel (1971), il suo film precedente. Un piccolo segreto che lega le prime due opere fondamentali del regista e aggiunge un livello di continuità nella sua carriera.

Questo dettaglio dimostra ancora una volta come Spielberg sapesse sfruttare ogni elemento sonoro per costruire l’esperienza emotiva del pubblico, anche nei momenti conclusivi.

La colonna sonora che ha fatto la storia

La colonna sonora completa, pubblicata come Jaws: Music from the Original Motion Picture Soundtrack, valse a John Williams l’Oscar per la miglior colonna sonora nel 1976. Non comprende solo il celebre tema, ma anche momenti più distesi che descrivono il mare, l’atmosfera della piccola Amity Island e le relazioni tra i personaggi. Williams ha saputo trasformare la musica in un elemento narrativo a tutti gli effetti, capace di evocare emozioni e creare tensione senza bisogno di parole.

Un’eredità che ancora oggi fa paura

A cinquant’anni dall’uscita, Lo squalo resta un punto di riferimento per l’uso innovativo del suono nel cinema. La semplicità del tema di John Williams, capace di evocare la paura con due sole note, è ancora oggi un simbolo universale del terrore e un capolavoro che ha cambiato per sempre il modo di costruire la suspense.