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Che fine ha fatto lo Zecchino d’Oro?

di Redazione
 
zecchino

Quando parliamo dello Zecchino d’oro parliamo sicuramente di un pilastro nella memoria collettiva degli italiani. È impossibile, infatti, non aver mai sentito parlare di questo storico programma televisivo o di non averne neppure un ricordo vago legato alla propria infanzia. 

Ma che fine ha fatto il format ideato dallo storico Ciro Tortorella alla fine degli anni Cinquanta e che ha legato indissolubilmente il proprio nome al Piccolo Coro dell’Antoniano? In realtà lo Zecchino d’oro continua a regalare annualmente canzoni per bambini anche se la sua popolarità è inevitabilmente diminuita per via dei tempi radicalmente mutati rispetto a sessant’anni fa, soprattutto nella fruizione dell’intrattenimento. 

È innegabile, comunque, che la più importante manifestazione canora dedicata all’infanzia abbia rappresentato un punto di svolta nella programmazione televisiva per bambini che ancora oggi conserva un suo spazio nei palinsesti sebbene non più accompagnato da quel gran seguito popolare che lo aveva contrassegnato soprattutto tra gli anni Sessanta e Ottanta. 

Le origini dello Zecchino d’Oro e l’unione con il Coro dell’Antoniano

Sul finire degli anni Cinquanta alcuni imprenditori impegnati nell’organizzazione del “Salone del Bambino” alla Triennale di Milano vollero inventare una trasmissione televisiva dedicata e chiesero a Cino Tortorella di farsene carico. Tortorella è stato un personaggio storico per la tv dei ragazzi, noto al suo pubblico soprattutto nelle vesti di Mago Zurlì, ideato e interpretato dallo stesso Tortorella nella trasmissione Zurlì, il mago del giovedì che andava in onda alla fine degli anni Cinquanta. 

E così Cino Tortorella – che ricoprì anche il ruolo di presentatore del programma – portò in scena nuovo format: nel 1959 nacque lo Zecchino d’oro dove si sfidavano dieci canzoni, scritte per un pubblico di bambini, e il brano vincitore veniva premiato proprio con uno zecchino d’oro. Fu una sorta di Festival di Sanremo per bambini e il successo non tardò ad arrivare. 

Dopo le prime due edizioni trasmesse dalla Fiera di Milano la trasmissione cambiò sede trasferendosi nel 1961 nell’Antoniano di Bologna, luogo che da quel momento avrebbe rappresentato un elemento fondamentale nella storia del programma televisivo. Un nome che entrò nella storia dello Zecchino d’oro fu quello di Mariele Ventre, musicista che frequentava la parrocchia e che divenne la direttrice del Piccolo Coro dell’Antoniano, coro di accompagnamento formato da bambini e creato proprio per affiancare i piccoli cantanti in gara dal 1963. Quegli anni segnarono quindi un punto di svolta nella composizione della manifestazione canora, tutt’oggi legata alla sede e al coro dell’Antoniano. 

Il periodo di massima popolarità dagli anni Sessanta

Il successo della manifestazione fu subito enorme, aumentarono a dismisura le richieste di partecipazioni alla gara – basti pensare che nel 1962 lo Zecchino d’oro ricevette lo stesso numero di canzoni candidate del Festival di Sanremo – così come quelle dei bambini per entrare a far parte del Piccolo Coro dell’Antoniano. Dal 1969 la trasmissione si svolse in Eurovisione riscuotendo altrettanto successo anche al di fuori dei confini nazionali dando il là ad una dimensione sempre più internazionale: nel 1976, infatti, presero parte alla gara sette canzoni italiane e sette canzoni straniere con la conseguente introduzione dei due zecchini d’argento con cui vennero premiate il miglior brano italiano e il miglior brano straniero. 

La popolarità del programma non calò nei decenni successivi, tra gli anni Settanta e Novanta continuò rappresentare un appuntamento fisso per il pubblico nonostante si siano susseguiti diversi cambiamenti a partire dall’introduzione di basi musicali preregistrate sulle quali cantavano i bambini e la limitazione della Rai alla messa in onda della sola puntata finale dal 1973 (tornata poi integrale dal 1981).

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