Sei più Beatles o Rolling Stones? Gli appassionati di rock, e in particolare quello degli anni Sessanta, si saranno sicuramente sentiti rivolgere questa domanda almeno una volta nella loro vita. Dietro al quesito, oltre ai gusti musicali, si nasconde in realtà il tentativo di capire qualcosa in più sulla persona. Insomma, non solo musica, ma uno stile di vita.
Ma quella tra i Beatles e i Rolling Stones è stata davvero una rivalità?
Nell’articolo di oggi andremo a scoprire se questa leggenda corrisponde davvero alla realtà.
Dimmi chi erano i Beatles
John, Paul, George, Ringo: quattro ragazzi di Liverpool, città operaia, che furono trasformati dal loro geniale manager Brian Epstein in “bravi ragazzi”, con i capelli a caschetto ben ordinati, facce pulite e modi gentili e rassicuranti. In realtà, i Beatles erano tutt’altro, la loro estrazione, soprattutto quella di Lennon e Harrison, non era certamente la medio-alta borghesia inglese. Tuttavia, Epstein intuì come questa nuova immagine del gruppo avrebbe giovato alla loro carriera, e alle vendite. E fu così. I Beatles diventarono in poco tempo non solo una delle band più importanti e influenti del momento, ma vere icone di stile, adorate e imitate. Ma questa “finzione” iniziò ad andare stretta ai quattro ragazzi, che più volte mostrarono insofferenza verso quest’abito cucitogli addosso con maestria, ma che non li rappresentava in tutto e per tutto. Oltre a una questione identitaria, vi era anche quella artistica: i Beatles soffrivano il fatto di non essere considerati alla pari di altri grandi gruppi e cantanti dell’epoca, come per esempio Bob Dylan, che incontrarono più volte nel corso della loro carriera.
Era il momento della svolta: il look cambiò drasticamente, passando dagli abiti da teddy boys a vestiti più colorati e stravaganti, dai visi lisci alle folte barbe; i testi anche subirono una metamorfosi, meno edulcorati, e che affrontavano temi diversi (tra cui l’uso di droghe, sia leggere che pesanti). Insomma, I Beatles attraversarono varie fasi della loro carriera, mostrando diverse sfaccettature del loro modo di essere.
Il rock trasgressivo dei Rolling Stones
Quando si parla dei Rolling Stones, non si può non pensare agli atteggiamenti trasgressivi, sul palco, nei testi delle loro canzoni, e nella vita privata. In realtà, i membri del gruppo appartenevano al ceto medio londinese, e avevano anche studiato all’università. Quindi, anche la loro immagine fu creata a tavolino dal loro manager Andrew Loog Oldham, che comprese come ci fosse uno spazio lasciato libero dove poter inserire la band, ossia rivolgendosi verso tutti quei giovani che, a partire già dai primi anni ’60, mostravano insofferenza verso il conservatorismo, la rigidità, le convenzioni sociali della società inglese, ma non solo. Insomma, un’identità ben precisa che andava a scontrarsi contro invece quella costruita da Epstein per i Beatles. Certo, il gruppo ci mise anche del suo per portare avanti questa immagine, come nella famosa retata del 1967 nella tenuta di Kate Richards, in cui le forze dell’ordine inglesi, avvertite proprio da uno degli spacciatori del gruppo, trovarono stupefacenti, ma soprattutto il chitarrista, Mick Jagger, e molti altri in quel momento sotto l’effetto dell’LSD. Kate Richards e Mick Jagger finirono in manette e vennero addirittura portati in carcere. Sebbene al frontman furono comminati tre mesi di reclusione, e al chitarrista addirittura un anno, le pene subirono una riduzione anche grazie alla pressione mediatica esercitata in particolare dal Times.
Insomma, i Rolling Stones divennero il simbolo stesso della trasgressione e della ribellione delle generazioni degli anni ’60, con i loro testi allusivi, riff magnetici, atteggiamenti provocatori.
Beatles vs Rolling Stones: una rivalità costruita ad arte
A metà anni ’60, la rivalità tra Beatles e Rolling Stones era ormai diventata quella non solo tra due stili musicali ben distinti, ma tra il due stili di vita completamente agli antipodi. Ma, come avrete capito dai due paragrafi precedenti, molto di ciò che si scriveva e di cui si dibatteva sui giornali era più che altro frutto delle intuizioni dei rispettivi manager, che in qualche modo fecero le fortune dei due gruppi. Del resto, se si analizza questo “duello” dal punto di vista strettamente artistico ciò appare ben chiaro. I quattro di Liverpool erano infatti più influenzati dal rock’n’roll di Elvis Presley, e in questo senso, se proprio dobbiamo trovare dei rivali, non erano certo i Rolling Stones, ma i Beach Boys. Dal canto loro, Mick Jagger e gli altri del gruppo avevano come idoli bluesmen del calibro di Robert Johnson e di Muddy Waters, dal cui titolo di una canzone deriva proprio il nome della band (chi ha visto il film Cadillac Records si ricorda forse l’incontro tra i giovanissimi membri del gruppo inglese e l’artista del Mississippi).
Inoltre, i due gruppi in realtà si conoscevano, e avevano anche delle buone relazioni. Per esempio, Paul McCartney aveva scritto I wanna be your man proprio per gli Stones. Ed è proprio sir Paul che ha introdotto i Rolling Stones durante la cerimonia per l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1998, esibendosi in una cover di I Saw Her Standing There.
Tuttavia, la rivalità tra Beatles e Rolling Stones, sfumata poi con la scissione dei primi, è stata sicuramente una di quelle grandi “battaglie” nella storia della musica, caratterizzando quel grande periodo di creatività, fantasia, ma anche ribellione e impegno sociale, che furono gli anni Sessanta, riecheggiando ancora oggi tra i più accaniti fan delle due band.