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88 anni dalla nascita di Robert Moog, inventore del sintetizzatore: storia e fortuna dello strumento

di Redazione
robert moog

Il 23 maggio ricorre l’anniversario della nascita a New York di Robert Moog, ingegnere e imprenditore americano che ha inevitabilmente contribuito a segnare una pagina di storia nella musica.

A Moog si deve l’invenzione dei primi sintetizzatori a tastiera nei primi anni Sessanta, strumenti che hanno cambiato la storia della produzione musicale regalando nuove sonorità. Molti artisti e band usufruirono da subito degli strumenti ideati da Moog, dai Beatles ai Rolling Stones coinvolgendo con il tempo sempre più artisti. 

Chi era Robert Moog

Robert Moog nacque a New York il 23 maggio del 1934, si laureò in fisica presso il Queens College mostrando una particolare attitudine per le materie scientifiche, tra cui l’elettronica, fondamentale per le sue future scoperte.

Nel 1953 fondò ad Asheville, nella Carolina del Nord, una società produttrice di strumenti musicali che successivamente prese il suo nome, la Moog Music (inizialmente denominata R.A. Moog Co). L’azienda si occupò della costruzione di piccoli modelli di Theremin, il più antico strumento musicale elettronico conosciuto che non preveda il contatto fisico tra l’esecutore e lo strumento.

Proprio dallo studio del Theremin l’inventore statunitense arrivò a concepire i primi sintetizzatori a tastiera nel 1963. Un ruolo importante lo hanno avuto i suoi contatti con Raymond Scott, compositore e musicista americano, considerato uno dei più importanti ingegneri elettrotecnici ed elettronici nel campo delle tecnologie applicate alla composizione ed esecuzione musicale.

Dagli anni Sessanta i sintetizzatori di Moog riscuotono sempre maggiore successo tanto che alla fine di quel decennio diventano noti anche con il nome stesso di “Moog”.

Storia del sintetizzatore musicale e la svolta del Minimoog

Il sintetizzatore, strumento appartenente alla famiglia degli elettrofoni, è un apparato che genera autonomamente segnali audio e imitazioni di strumenti musicali reali ma può anche riprodurre suoni o effetti non presenti in natura; in questo modo i sintetizzatori permettono di creare una vastissima gamma di sonorità da mettere al servizio di nuove canzoni.

Alla fine degli anni Sessanta arrivò la svolta con i sintetizzatori portatili destinati a stravolgere la storia delle produzioni musicali: i primi a intuire le potenzialità di questi strumenti furono da una parte il già citato Robert Moog e dall’altra Alan R. Pearlman, fondatore della casa produttrice ARP Instruments.

La Moog Music lanciò sul mercato il Minimoog, un sintetizzatore analogico monofonico, a prezzi economici e con dimensioni ridotte per facilitarne l’uso a un pubblico più ampio. I Minimoog riscossero subito grande successo sin dall’anno della loro messa in commercio, il 1970

Come funzionava sostanzialmente un Minimoog?

Era suddiviso in poche semplici parti: i generatori d’onda, ovvero 3 oscillatori sui quali si poteva regolare intonazione e forma d’onda (dalla sinusoide al dente di sega, onda quadra o altre onde asimmetriche). Subito dopo c’era una sezione “mixer”, con controlli per regolare il volume di ciascun oscillatore e un interruttore per attivarlo o disattivarlo. Nella sezione mixer era presente anche il generatore di rumore, con interruttore dedicato per passare da rumore bianco (identica ampiezza su tutte le frequenze) a rumore rosa (ampiezza decrescente al crescere delle frequenze). Sempre in questa sezione erano presenti i controlli dell’input esterno: quindi un qualsiasi segnale sonoro poteva entrare nel Minimoog e contribuire alla sintesi.

Dopo questa parte c’era la sezione filtri, per andare a sottrare frequenze e il generatore di inviluppo che andava ad agire sul comportamento del suono nel tempo, in particolare nei tempi di attack, decay e sustain. Dopo aver percorso tutte queste sezioni il suono usciva dall’output del Minimoog, Non di rado, una volta uscito veniva fatto passare per un amplificatore esterno per andare ad elaborarlo e arricchirlo ulteriormente.

L’apporto nella musica e i primi successi musicali

Il Moog entrò prepotentemente nei lavori discografici degli artisti.

Il primo successo musicale suonato interamente con questi sintetizzatori fu Switched on Bach, primo album in studio della compositrice statunitense Wendy Carlos del 1968, basato sulle notazioni classiche di Bach. Fu sicuramente un punto di svolta: da quel momento molte band e artisti si servirono delle potenzialità dello strumento che portò innovazioni nel rock ma anche nel pop e nel jazz (fu il caso di Sun Ra che nel 1969 ricevette il Minimoog direttamente da Robert Moog). Tra i primi a cimentarsi nelle sonorità del Moog furono i Beatles (in Abbey Road), The Moody Blues, i Tangerine Dream e i Kraftwerk. Non solo, anche Mick Jagger utilizzò un sintetizzatore nel trailer del film di Nic Roeg Performance; tra le star del rock non mancarono anche i Doors e i ByrdsIn Italia l’uso del sintetizzatore aveva iniziato a diffondersi grazie a Flavio Premoli della PFMTony Pagliuca de Le Orme fino ad arrivare alla popolarità raggiunta dal successo Amore grande amore libero di Federico Monti Arduini (conosciuto come “Il guardiano del faro”). 

L’eredità lasciata da Moog

Robert Moog morì il 21 agosto 2005 ad Asheville dopo che gli fu diagnosticato un tumore al cervello.

A causa di dissesti finanziari, nel 1977 Moog fu costretto a lasciare la sua Moog Music che venne assorbita dalla Norlin ma chiuse ugualmente i battenti nel 1993 per bancarotta. L’imprenditore rientrò poi sul mercato con un’altra società e nel 2002 riacquisì i diritti del marchio Moog Music.

L’anno prima della sua morte lanciò sul mercato il Minimoog Voyager, versione aggiornata del suo celebre predecessore. Nel 2006 venne istituita la Bob Moog Foundation per ricordare il ruolo avuto dall’ingegnere nella storia della produzione di strumenti elettronici.

Nel 2016 è stato messo in commercio una riedizione del mitico Minimoog Model D a cui sono state aggiunte diverse funzionalità come le connessioni MIDI e un LFO dedicato. In sua memoria, nel 2018, la Bob Moog Foundation ha inaugurato ad Asheville il Moogseum, museo interattivo che ripercorre l’eredità lasciata dopo la sua morte.

L’importanza di Robert Moog è testimoniata anche dal classico doodle con cui Google ha lo ha ricordato nella sua homepage nella ricorrenza della nascita.