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Concept album: cosa sono e come sono nati

di Redazione
 
frank sinatra

Nella musica dei tempi odierni il concept album è qualcosa che rischia di sparire progressivamente, ma ha sicuramente segnato la storia, toccando l’apice negli anni Settanta.

Ma cosa sono i concept album e da dove hanno origine? In questo articolo andremo a ripercorrere come e quando sono nati e quali sono stati i più noti al grande pubblico. 

Cosa sono i concept album

un concept album può essere una raccolta di canzoni di un singolo cantautore o di un tema particolare – questi sono i concept LP più diffusi negli anni ’50… la frase concept album è inestricabilmente legata ai tardi ’60, quando i rock & rollers iniziarono ad ampliare i limiti delle loro forme artistiche

All Music

una raccolta di canzoni distinte ma tematicamente unificate il cui insieme è maggiore della somma delle sue parti… spesso erroneamente assunto ad essere un prodotto dell’epoca rock

Jim Cullen

il concept album e l’opera rock sono unificati da un tema, che può essere strumentale, compositivo, narrativo, o lirico. … In questa forma, l’album può diventare da una raccolta di canzoni eterogenee ad un lavoro narrativo con un tema unico, in cui le singole canzoni si susseguono l’una all’altra

Roy Shuker

Sulla definizione di concept album non vi è mai stato un accordo unanime tra i critici, anche se possiamo stabilire che si tratta di album contenenti tracce che ruotano, tutte, attorno a un tema o un filone preciso. Le varie canzoni all’interno del disco, quindi, sono legate tra loro da un minimo comune denominatore.

L’elemento costante di un concept album può non essere esclusivamente un tema ma anche una storia strumentale, compositiva o lirica. Come vedremo anche più avanti, negli anni Settanta si è sviluppata una ricerca di una struttura musicale, che in alcuni casi richiamava alla sinfonia e alla forma operistica, attorno alla quale verteva l’intero lavoro dell’artista. 

Non tutti, quindi, usano gli stessi criteri per definire un concept album. Per molti possono essere compresi in questa categoria tutti quei dischi che contengono delle particolari raccolte: dai greatest hits ai tribute album, dalle compilation alle colonne sonore e agli album interamente registrati live.

Le origini degli album tematici e i diversi punti di vista

Se trovare una definizione univoca di concept album è pressoché impossibile, lo è ancor di più cercare di fare chiarezza riguardo a quale è stato il primo registrato nella storia della musica.

Si è cominciato a parlare di concept album per quei dischi incisi negli anni ’40-‘50, in particolare per Dust Bowl Ballads, primo lavoro del musicista statunitense Woody Gruthie pubblicato nel 1940; fu Rick Wakeman, tastierista degli Yes, a indicarlo come il primo vero concept album della storia mentre l’Independent lo considera solo uno tra i primi. Il disco conteneva tutte canzoni semi autobiografiche incentrate sulle difficoltà dei lavoratori migranti americani negli anni Trenta.

L’arrivo del formato LP alla fine degli anni ’40 e, soprattutto, la copertina a libro negli anni ’50 favorirono la formula dei concept album. In quegli anni Frank Sinatra fu tra i più attivi nella realizzazione di album con canzoni legate tra loro da precise tematiche.

E fu proprio il suo disco The Voice of Frank Sinatra del 1946 il motivo per cui molti accreditarono il leggendario cantante italoamericano tra gli inventori di questa formula. Ma la critica si è divisa in mille interpretazioni su quale sia stato il primo concept album della storia: molti sostengono sia stato I hear a new world di Joe Meek; altri lo indicano in Pet Sounds dei Beach Boys; altri ancora sono convinti sia stato Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

C’è poi una corrente di pensiero decisa a considerare il disco Freak Out dei Mothers of Invention, pubblicato il 27 giugno 1966, come l’artefice della nascita del concept album. Per la band americana – nella quale entrò a far parte anche il famosissimo chitarrista Frank Zappa diventandone ben presto l’anima – si trattò dell’album di esordio: il tema centrale di tutto il lavoro fu una visione satirica e ironica della cultura moderna americana e un personale punto di vista sulla scena “freak” che andava definendosi in quegli anni sulla scena di Los Angeles. Ogni canzone parlava di qualcosa in particolare, come confermò lo stesso Zappa, e conteneva un messaggio satirico. 

L’apice negli anni ’70 e le Rock Operas

Il periodo di maggior successo dei concept album va ascritto sicuramente agli anni ’70 quando si identificarono soprattutto con la scena art rock e progressive rock.

Spesso i dischi dell’epoca attuavano una ricerca di una struttura musicale originale che andasse al di là del mero tema unificante e furono noti anche col nome di Rock Operas: non è un caso che molti di quei dischi contenevano brani lunghi e complessi che arrivarono anche a circa 20 minuti di musica ininterrotta. 

La maggior parte dei concept album più famosi e di maggior successo della storia risalgono proprio a quegli anni, a testimonianza di come quel periodo fu particolarmente florido per questo tipo di lavori.

Tra i tanti non si possono non citare i capolavori dei Pink Floyd The dark side of the moon (1973) e The Wall (1979), ma anche The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di David Bowie (1972), The Lamb Lies Down on Broadway dei Genesis (1974) e Tales of Mystery and Imagination – Edgar Allan Poe degli Alan Parsons Project (1976).

I concept album italiani

Anche in Italia il fenomeno ebbe il suo apice negli anni Settanta; il primo concept album realizzato in Italia però fu Diario di una sedicenne di Donatella Moretti nel 1963. L’artista più attivo con questa formula fu sicuramente Claudio Baglioni, capace di incidere diversi album di successo tra cui Questo piccolo grande amoreGira che ti rigira amore belloSabato pomeriggio e La vita è adesso, quest’ultimo il più venduto in Italia nel 1985 con oltre 4 milioni di copie.

Impossibile poi, ovviamente, non citare Fabrizio de André con Storia di un impiegato o Non all’amore, non al denaro né al cielo (tra gli altri), insieme alle band progressive rock più influenti della scena italiana, come il Banco del Mutuo Soccorso, i PFM e gli Area.

Tra gli artisti che hanno fatto più spesso ricorso al concept album ci furono anche Angelo Branduardi e Edoardo Bennato. La band dei Litfiba, tra il 1990 e il 1997, portò avanti un’idea estesa del fenomeno ossia una serie di album legati tra loro da un insieme di temi correlati: fu il caso dei quattro album El Diablo, Terremoto, Mondi sommersi e Spirito che richiamarono rispettivamente i quattro elementi essenziali (fuoco, terra, acqua, aria).