Liriche Da Camera

Il nome di Vittore Veneziani (1878-1958) è associato principalmente al Teatro alla Scala, dove fu impegnato come Maestro del Coro dal 1921 al 1954. Il suo fortunato idillio milanese fu bruscamente interrotto nel 1938 dall'imposizione delle leggi razziali. Veneziani, essendo di religione ebraica, fu costretto a fuggire in Svizzera, abbandonando la sua professione così come il suo posto di direttore di coro alla Sinagoga e alla Scuola Israelitica. Rientrato in Italia, subito dopo la Liberazione e la Scala in rovina, Veneziani riprese la sua attività con un memorabile concerto alla Scala l'11 maggio 1946, affiancando Arturo Toscanini, anch'egli rientrato dall'esilio americano. Il suo catalogo, tutt'altro che breve, comprende parecchie opere corali, quattro melologhi per voce parlata e orchestra, alcune Opere, composizioni sinfoniche e da camera e una serie di trascrizioni corali di canti popolari e melodie ebraiche. Nel campo della musica da camera, spicca un'interessante silloge di testi per voce e pianoforte. Si basa su poesie dello scrittore veneto Guido Pusinich (1908-1966). La presente raccolta e registrazione di canzoni - a cura di Beatrice Palumbo e Gian Francesco Amoroso - costituiscono un progetto sostenuto e promosso dal Festival Viktor Ullmann, e queste canzoni, nonostante la varietà del linguaggio musicale, possono essere definite come musica da camera, rappresentando chiaramente un'evoluzione sia dello stile che del contesto sociale in Italia in quel periodo.