Approfondimento
Wayne Shorter aveva già conquistato il meritato prestigio nel laboratorio Blue Note grazie ai precedenti album Night Dreamer, JuJu e Speak No Evil. Ma quando nel 1966 si presentò in studio in compagnia di Herbie Hancock al piano, Reginald Workman al contrabbasso e Joe Chambers alla batteria non fu certo da meno. Anzi: fu la seduta che diede vita alla sua composizione forse più famosa: “Footprints”.