Public Enemy

... provocatorio. Il loro secondo album, "It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back" (1988), consolidò la loro posizione come voce critica dell'attivismo afroamericano, guadagnandosi il plauso critico per la sua produzione innovativa e i testi incisivi. L'anno successivo vede l'uscita di "Fear of a Black Planet" (1990), un capolavoro di contestazione sociale che include hit come "Fight the Power". Negli anni '90, Public Enemy ha proseguito la discografia con "Apocalypse 91... The Enemy Strikes Black" e "Muse Sick-n-Hour Mess Age", mantenendo un approccio artistico incendiario e impegnato. Entrando nel nuovo millennio, la band ha continuato a rilasciare album, come "Revolverlution" (2002) e "New Whirl Odor" (2005), rimanendo rilevanti nel dibattito culturale e sociale. "Most of My Heroes Still Don't Appear on No Stamp" (2012) e "Man Plans God Laughs" (2015) mostrano una costante evoluzione stilistica pur rimanendo fedeli alla loro essenza. Con un'eredità che si estende oltre la musica ed influisce sulla cultura hip-hop e socio-politica, Public Enemy rappresenta un pilastro della discografia del genere, segnando una timeline di critica costruttiva e potenza espressiva.