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The War on Drugs

di Redazione
 
war on drugs cover

Il 29 ottobre 2021 è stato pubblicato I Don’t Live Here Anymore, ultimo disco dei War on Drugs. In attesa dell’inizio del loro prossimo tour, ne approfittiamo per raccontarvi qualcosa di più: le origini, lo stile e i precedenti album, per finire con uno sguardo ravvicinato all’ultimo lavoro della band americana.

Chi sono i War on Drugs

I War on Drugs (nome derivante dalle campagne proibizionistiche del partito repubblicano) sono un gruppo statunitense nato a Philadelphia nel 2005 dall’incontro tra Adam Granduciel e Kurt Vile. A loro si aggiunsero poi il batterista Kyle Lloyd, Dave Hartley al basso e Charlie Hall all’organo.

Questa è stata la formazione iniziale, con la quale la band ha dato vita al primo EP Barrel of Batteries, composto di cinque demo e distribuito gratuitamente, e al primo album, Wagonwheel Blues, prodotto dalla Secretly Canadian.

Tuttavia la line-up subirà costanti modifiche, a partire dall’abbandono da parte di uno dei due fondatori, Kurt Vile, deciso a concentrarsi sulla propria carriera da solista assieme ai The Violators, proprio quando i War on Drugs stavano uscendo dall’anonimato. In seguito lasciarono il gruppo anche Charlie Hall e Kyle Lloyd. Attualmente, il gruppo è composto da Adam Granduciel, Dave Hartley sempre come bassista, Robbie Bennett alle tastiere e Charlie Hall alla batteria, con i nuovi ingressi del sassofonista Jon Natchez e del chitarrista/tastierista Anthony LaMarca.

Nonostante i cambi di formazione che hanno caratterizzato oltre 15 anni della loro attività, i War on Drugs hanno costruito comunque uno stile ben definito, coerente, caratterizzante, che riesce a unire gli appassionati del rock più “classicheggiante” con la scena indie.

Uno stile che unisce la migliore sperimentazione dell’alt-rock americano (simile in questo ai Wilco) con le melodie e la poetica di cantautori come Bruce Springsteen e soprattutto Bob Dylan (la vulgata vuole che i due fondatori diedero vita al gruppo proprio dopo un colloquio in cui vennero a conoscenza del reciproco amore per i lavori del menestrello di Duluth, in particolare di quell’album rivoluzionario che fu Highway 61 Revisited).

I precedenti album

Wagonwheel Blues, il primo album dei War on Drugs, viene pubblicato nel 2008. Il disco ottiene da subito gli elogi della critica, sia americana che internazionale. Il tema portante – come si intuisce dal titolo – è quello del viaggio: un viaggio reale e metaforico di un treno che attraversa gli Stati Uniti, i loro interminati spazi e la loro storia, dalla Grande Depressione ai fermenti degli anni Sessanta.

Tre anni dopo il gruppo pubblica Slave Ambient, uscito nell’agosto del 2011. Qui le sonorità risultano più mature e perfezionate rispetto al precedente lavoro, sempre però mantenendo quella contaminazione tra generi diversi – country-rock e tendenze verso altre forme di sperimentazione musicale – che li caratterizzerà nella loro carriera.

Nel 2014 arriva il successo decisivo: Lost in the Dream, terzo album in studio, riceve il pieno consenso della critica, che lo dichiara uno dei migliori disco di quell’anno, e che rappresenta probabilmente la consacrazione definitiva dei War on Drugs, anche a livello di pubblico.

Nel 2015 la band cambia etichetta, passando all’Atlantic Record, con la quale pubblica il 25 agosto del 2017 A Deeper Understanding, che viene dichiarato International Album of the Year agli UK Americana Awards, vincendo anche un Grammy Award come Miglior Album Rock. La traccia Holding On entra nella colonna sonora del videogioco FIFA 18. Dal tour internazionale viene registrato un album live, Live Drug, uscito nel 2020.

I Don’t Live Here Anymore

Dopo i riconoscimenti ottenuti durante i Grammy Awards del 2018, i War on Drugs si sono rimessi al lavoro, realizzando il nuovo disco I Don’t Live Here Anymore, uscito nello scorso autunno. Anche in quest’ultimo album, la band statunitense non si discosta dal suo caratteristico stile, che ne ha fatto uno dei gruppi più interessanti degli ultimi anni.

I Don’t Live Here Anymore condensa in dieci brani – per una durata totale che non supera l’ora di ascolto – tutta la ricchezza del repertorio musicale dei War on Drugs. Si possono trovare infatti delle ballate “classicheggianti”, come Living Proof, Old Skin e Rings Around My Father’s Eyes, ma anche brani in cui prevalgono chitarre elettriche e tastiere, come Change e Harmonia’s Dream.

Ma ci sono anche canzoni che virano su sonorità più elettroniche, come Victim e Occasional Rain, che chiude il brano. A completare l’album ci sono poi I Don’t Wanna Wait, Wasted, e la title track I Don’t Live Here Anymore.

I War on Drugs hanno ripreso così il filo interrotto quasi quattro anni fa: un modo perfetto per i fan storici di ritrovare nuovamente la band, ma anche per chi ancora non li conosce ed è appassionato di questo genere di musica, rappresentato superbamente dalla formazione capitanata da Adam Granduciel.