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“Mirror in the sky”: in uscita il nuovo capolavoro degli intramontabili Yes

di Redazione
yes mirror in the sky

Mirror to the sky” è il titolo del nuovo album annunciato dagli Yes con la pubblicazione del primo singolo estratto, “Cut from the stars” da InsideOut Music e Sony Music

Il disco, in uscita il 19 maggio, a distanza di due anni dal precedente lavoro “The quest” del 2021, è il loro 23° album in studio ed il primo con il batterista americano Jay Schellen come membro a tempo pieno dopo la morte del batterista degli Alan White  avvenuta nel 2022, a cui l’album è dedicato.

Come il suo predecessore, il chitarrista Steve Howe ha ripreso il suo ruolo di produttore in Mirror to the Sky e la FAMES Orchestra, in Macedonia del Nord, fornisce arrangiamenti orchestrali di Paul K. Joyce su alcune canzoni.

Un aggiornamento sull’album è arrivato nel gennaio 2023, quando Dean ha svelato gli schizzi per la copertina di un nuovo album degli Yes sulla sua pagina Facebook. 

Il 10 marzo, gli Yes hanno annunciato ufficialmente Mirror to the Sky sui social media e sul loro sito ufficiale YesWorld, rivelando la copertina, la data di uscita e la lista dei brani. 

Scopriamo insieme la tracklist:

CD1:

Cut From The Stars 
All Connected 
Luminosity 
Living Out Their Dream 
Mirror to the Sky 
Circles of Time 

Bonus CD:

Unknown Place 
One Second Is Enough 
Magic Potion 

La grafica dell’album è stata prodotta dall’artista di lunga data Roger Dean. Il suo design è stato ispirato da una storia che il designer di videogiochi Henk Rogers gli aveva raccontato, che vedeva Rogers pagaiare al centro di un lago di notte durante un viaggio in campeggio.

Henk proseguendo con la storia disse che:”Il lago è diventato uno specchio perfetto per un cielo notturno molto brillante”, un’esperienza che Rogers ha associato all’essere nello spazio. L’idea catturò l’immaginazione di Dean e voleva ritrarre un tale concetto in uno dei suoi disegni. Ha aggiunto: “Ho iniziato con un orizzonte basso con un sacco di cielo, ma poi ho capito…no, mostrerò l’oceano nella zona principale solo con una porzione di cielo, abbastanza per mostrare che è specchiato. Allora ho deciso di mettere in una formazione della roccia-un punto di osservazione per il cielo.”

Storia degli Yes: origine e stile della band

Gli Yes sono una band britannica fondata nel 1968 e composta dal cantante Jon Anderson, il bassista Chris Squire, il chitarrista Peter Banks, il tastierista Tony Kaye e il batterista Bill Bruford. Considerati tra i principali esponenti del rock progressivo, hanno conosciuto il periodo di maggior successo negli anni Settanta e Ottanta e nel corso della loro carriera si sono avvicendati numerosi componenti.

Il primo concerto degli Yes si tiene in un campeggio giovanile nel 1968 e diventano rapidamente noti per il modo in cui eseguono cover di brani di altri artisti, espandendole e trasformandole in complesse composizioni, ispirati dai Byrds e dai newyorkesi Vanilla Fudge. Si esibiscono come spalla di gruppi affermati in locali come il Marquee Club, con The Who, e persino alla Royal Albert Hall, durante il Farewell Concert,il concerto d’addio dei Cream. Nel 1969 vengono scritturati dalla casa discografica Atlantic Records e incidono il loro album di debutto “Yes”, il primo di una lunga serie: sebbene inesperti nel processo di registrazione, il suono brillante, originale e tecnicamente complesso degli Yes va già delineandosi.

Sebbene il gruppo abbia sempre conservato un’attitudine musicale riconducibile al progressive rock, sono due le formazioni rilevanti che – tra le tante susseguitesi nel corso del tempo – si sono distinte per importanza e per aver adottato due stili radicalmente differenti: la prima, quella del periodo “classico” era attiva negli anni Settanta, nonché saltuariamente nei Novanta e nei Duemila, ed era composta dal leader Jon Anderson, da Chris Squire, da Bill Bruford (o Alan White), dal chitarrista Steve Howe e dal tastierista Rick Wakeman.

La seconda, caratterizzata da sonorità prossime al pop rock e all’arena rock, ha attraversato gli anni Ottanta e una parte dei Novanta e comprendeva Jon Anderson, Chris Squire, Tony Kaye, Alan White e il chitarrista Trevor Rabin, il quale ricopriva anche il ruolo di guida della band.

Lo stile degli Yes è caratterizzato da una serie di elementi riconducibili in gran parte al rock progressivo e dell’art rock. Il gruppo si distingue per una musica dal carattere classicheggiante, spirituale e intellettuale, nonché colma di contrasti dinamici, melodie e armonie dal forte lirismo e senso epico e lontane dalla consueta progressione blues.

La componente originale e sperimentale del gruppo li ha spinti a prediligere brani lunghi, di durata superiore ai canonici quattro minuti di gran parte della musica popolare. A volte, le loro composizioni divengono vere e proprie suite di durata superiore ai quindici minuti.

Come consuetudine della cosiddetta “era progressiva“, sono soliti utilizzare testi poetici, astratti, immaginifici ed evocativi impostati su argomenti inusuali e criptici in cui la sonorità delle parole e le libere associazioni prevalgono sul significato esplicito, con riferimenti a figure o opere letterarie o teatrali, o allusioni a fatti storici, o con affermazioni di difficile comprensione. La prosa è molto curata, ricca di figure retoriche e riferimenti alla fantascienza.

Da un punto di vista più tecnico, lo stile degli Yes predilige una cura del dettaglio come dimostrano i loro arrangiamenti e i loro complessi intrecci strumentali che fanno spazio anche a molti assoli.Utilizzano tempi dispari e inconsueti, frequenti cambi di tempo e variazioni di intensità e velocità nel corso di uno stesso brano. Vengono anche classificati da alcuni fra gli esponenti del rock sinfonico mentre AllMusic li inserisce nel novero degli artisti di rock psichedelico e del pop rock.

I dischi più belli delle tre ere degli Yes secondo noi

Prima era (1969 – 1981)

Fragile è il quarto album del gruppo di rock progressivo inglese Yes fe u pubblicato dalla Atlantic Records nel novembre 1971 nel Regno Unito mentre la sua uscita negli Stati Uniti fu rimandata all’anno successivo per sfruttare il successo che stava ancora riscuotendo l’album precedente, The Yes Album.

Contiene molti brani che continuano ad essere annoverati fra i classici degli Yes,  in particolare, la canzone Roundabout che è stata una delle due “hit single” della band e probabilmente la canzone più nota degli Yes del primo periodo.

Una parte dei pezzi dell’album sono essenzialmente assoli dei diversi membri:  We Have Heaven è una sorta di divertissement musicale in cui Jon Anderson canta tutte le parti di voce  il cui tema sarebbe anche ricomparso come versione rivisitata nel 1998 nel brano Can I? nell’album The Ladder.

Five Per Cent for Nothing è il brano più breve della discografia degli Yes – di 35 secondi – ed è un esercizio di ritmica di Bill Bruford. Mood for a Day è uno dei più noti brani di chitarra classica di Steve Howe e infine The Fish(Schindleria Praematurus) è costruito attorno a una linea solista di basso di Chris Squire.

Close to the Edge è il quinto album del gruppo di rock progressivo inglese Yes. Le registrazioni terminarono nel giugno del 1972 e subito dopo, il batterista Bill Bruford, abbandonò la band per unirsi ai King Crimson. Questo album viene considerato generalmente come uno dei migliori – se non il migliore – album degli Yes. Molti critici, in effetti, lo considerano l’espressione più alta del rock progressivo sinfonico. Fu il primo album del gruppo a contenere un brano così lungo da occupare un intero lato del vinile; questa formula si ripropose anche nei successivi Tales from Topographic Oceans e Relayer.

I testi sono già influenzati dai temi mistici e religiosi introdotti dal cantante Jon Anderson che in seguito sarebbero diventati centrali nel concept album Topographic Oceans. Secondo il sito ufficiale degli Yes, la title track dell’album sarebbe ispirata dal romanzo Siddharta di Hermann Hesse e descriverebbe il “risveglio” spirituale del protagonista del romanzo “accanto al bordo” di un fiume – che rappresenta simbolicamente le vite del suo spirito -. In questa come in altre opere dell’epoca, tuttavia, i testi di Anderson sono quasi impenetrabili, per cui è difficile ricostruire un nesso chiaro tra il testo della canzone e la storia del romanzo di Hesse. Altri hanno pensato che il testo fosse ispirato, almeno in parte, ai libri di Carlos Castaneda.

Nel 2015, la rivista Rolling Stone ha collocato l’album alla quinta posizione dei 50 migliori album progressive di tutti i tempi

La seconda era (1983–2004)

90125 è un album del gruppo di rock progressivo inglese Yes, pubblicato nel 1983 dalla Atco Records. L’album costituisce un cambiamento radicale dello stile della band in direzione di un avvicinamento al pop degli anni ottanta. Il titolo dell’album si riferisce al numero di catalogo dell’edizione originale.

90125 ha un successo commerciale inaspettato e vende complessivamente otto milioni di copie.

La formazione degli Yes di 90125 era assolutamente nuova e nata quasi fortuitamente. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1981, il bassista Chris Squire e il batterista Alan White avevano iniziato a lavorare come duo, pubblicando un singolo, Run with the Fox, in seguito pubblicato nel cofanetto Yesyears. Al duo si erano poi uniti il chitarrista sudafricano Trevor Rabin e Tony Kaye, tastierista originale degli Yes dal 1967 al 1971 (per i primi tre album). Il quartetto avrebbe dovuto chiamarsi “Cinema“, e avrebbe dovuto realizzare un album costituito quasi esclusivamente di materiale scritto da Rabin. La produzione fu affidata a Trevor Horn, già cantante degli Yes per un breve periodo.

Pubblicato lo stesso autunno da una sussidiaria della Atlantic Records, la Atco, 90125 lanciò gli Yes nell’era di MTV e guadagnò loro una nuova schiera di fan. La musica era orecchiabile, contemporanea, e fu ben accettata anche dalla critica. Il singolo principale, Owner of a Lonely Heart, fu l’unico brano degli Yes a raggiungere la prima posizione nelle classifiche statunitensi; lo stesso 90125 risultò essere il disco più venduto della storia del gruppo, raggiungendo la posizione numero 16 nelle classifiche inglesi e la posizione numero 5 in quelle statunitensi. Il brano Cinema vinse il Grammy Award alla miglior interpretazione strumentale rock nel 1984.

Magnification è il diciannovesimo album del gruppo progressive inglese Yes, pubblicato nel 2001 e realizzato dopo l’uscita dal gruppo di Billy Sherwood e Igor Khoroshev. 

I membri del gruppo rimasti – Jon Anderson, Chris Squire, Steve Howe e Alan White – decisero di riempire il vuoto lasciato dall’assenza di un tastierista ricorrendo a una orchestra sinfonica. Le parti di orchestra furono scritte e dirette da Larry Groupé, acclamato compositore di colonne sonore per il cinema e la televisione.

L’album fu accolto con grandissimo entusiasmo dai fan e dai critici che arrivarono a paragonarlo ai classici realizzati dal gruppo negli anni Settanta. Sondaggi sul fan site Yesfans mostrarono che gran parte del pubblico considerava Magnification la produzione migliore del gruppo dopo il 1976. Praticamente tutti i brani dell’album acquisirono immediatamente, nella terminologia dei fan, lo status di “epic”.

La terza era (2008–presente)

Fly from Here è il ventesimo album in studio del gruppo progressive rock britannico Yes. Pubblicato nel 2011, è il primo lavoro realizzato dal gruppo dopo Magnification, pubblicato dieci anni prima nel 2001.

Il disco vede la presenza del cantante canadese Benoît David al posto dello storico Jon Anderson e gran parte dei brani dell’album furono scritti nel periodo di Drama come nel caso del singolo We Can Fly, delle canzoni Sad Night at the Airfield e Life on a Film Set. In questo disco sono riproposte, con un titolo differente, riscritte e riarrangiate in chiave moderna.

L’album ottiene un discreto successo di critica, di vendite e seguito dall’omonimo tour.