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Loredana Bertè e Mia Martini: buon sangue non mente

di Redazione
 
Mia Martini ricordata dalla sorella Loredana Berte

La storia della musica è piena di famiglie che hanno prodotto grandi talenti: dai Bach ai fratelli Gallagher con gli Oasis o a Michael Jackson con i Jackson 5.

In Italia, quella di Loredana Bertè e Mia Martini è una delle “parentele musicali” più importanti, che ha dato vita a due delle principali voci della scena musicale.

Una curiosità? Entrambe sono nate il 20 settembre: Mia nel 1947, Loredana nel 1950.

In questo giorno in cui ricorre il loro compleanno, scopriamo insieme il rapporto tra le due cantanti, le tappe della loro carriera e alcune delle loro vicende personali.

La musica come strumento di emancipazione

La famiglia Bertè conta ben quattro sorelle: Leda, Domenica Rita Adriana (detta Mimì), Loredana e Olivia (dalla più grande alla più piccola).

Se la prima e l’ultima hanno condotto una vita fuori dalle luci della ribalta, Mimì e Loredana hanno intrapreso entrambe la carriera musicale, che le ha portate a diventare due delle più grandi interpreti italiane di tutti i tempi.

La prima parte dell’esistenza delle due sorelle è stata caratterizzata dalla presenza di un padre violento, con il quale non è mai avvenuta una vera e propria riappacificazione, e da un senso di oppressione dato dalla vita in provincia.

Entrambe nascono infatti a Bagnara Calabra, per poi seguire il padre, insegnante di liceo, nelle Marche. Per Mimì e Loredana, la musica è diventata quindi uno strumento per emanciparsi, come persone e come donne, e per trovare la propria strada verso la libertà.

Mimì accettò di cambiare il proprio nome, rifiutando il cognome paterno, in Mia Martini, su consiglio di Alberigo Crocetta, produttore, talent scout e fondatore del Piper, che pensò di lanciarla sul mercato internazionale (‘Mia’ come la Farrow, ‘Martini’ come il famoso liquore).

La carriera di Mia e Loredana

L’entrata nello showbusiness non è stata semplice né per Loredana né per Mia.

Insieme all’amico di sempre Renato Zero hanno condiviso una lunga gavetta, fatta anche di insuccessi, manager senza scrupoli e incomprensioni con le case discografiche. Agli inizi le due compaiono addirittura come coriste nell’album Per un pugno di samba di Chico Buarque, per avere un esempio lampante della lunga strada percorsa prima di arrivare ai vertici della musica italiana.

Fortunatamente, grazie al loro talento e alla loro tenacia, dagli anni ‘70 entrambe sono riuscite a trovare la loro strada, costellata di grandi successi, grazie anche alla collaborazione con grandi artisti italiani, da Franco Califano a Ivano Fossati, solo per citare due dei più importanti.

Mia Martini ci ha regalato alcune perle come Piccolo uomo e Minuetto (su testo di Franco Califano), brani con i quali vinse il Festivalbar per due anni consecutivi, rispettivamente nel ‘72 e nel ‘73. Indimenticabili anche canzoni come Gli uomini non cambiano o Almeno tu nell’universo, con cui nell’89 si riaffaccia sulla scena musicale, abbandonata a causa delle terribili maldicenze sul suo conto (nell’ambiente cominciò a circolare la voce che portasse sfortuna). La musica che gira intorno è stato l’ultimo album pubblicato da Mia Martini, prima della morte nel 1995.

Loredana Bertè si presenta al grande pubblico con i brani Sei bellissima (1975) e Dedicato (1978). Nel decennio successivo il successo si amplia e consolida grazie a canzoni come E la luna bussò (1979), In alto mare (1980) e Non sono una signora (1982). Artista versatile, la Bertè può vantare anche esperienze teatrali, tra cui HairCiao Rudy e Orfeo 9.

La carriera di Loredana continua ancora oggi, dopo quarant’anni di grandi successi, grazie alla sua intraprendenza, curiosità e capacità di rinnovarsi e di non essere mai ripetitiva e banale. Negli ultimi anni vanno ricordate alcune collaborazioni, come quelle con i Boomdabash (Non ti dico no) e con Fabio Rovazzi (Senza pensieri).

Mia Martini e Loredana Bertè: grandi voci, stili diversi

Queste due grandi interpreti femminili della musica italiana sono state sempre molto unite, anche se spesso il loro rapporto ha avuto increspature, allontanamenti e successivi riavvicinamenti. Le loro vite non sono state certo tra le più facili, segnate da amori tumultuosi e non proprio felici (Mia con Fossati, Loredana con il tennista Borg).

Ciò non ha impedito a entrambe di affermarsi ed esprimere tutte le loro potenzialità, arrivando a rappresentare qualcosa di unico nel panorama musicale: due sorelle, entrambe grandissime cantanti, ognuna con il proprio stile.

Da un lato la Bertè, con la sua voce graffiante, pungente, accompagnata a uno stile aggressivo e rockeggiante. Dall’altro Mia, con un’eleganza tecnica, una stupefacente estensione vocale e una grintosa dolcezza che la rendevano diversa da tutte le altre. 

Loredana ha sempre dedicato particolare attenzione alle nuove tendenze, azzardando anche alcune scommesse su tipi di musica che in Italia ancora non spopolavano, dal reggae al noise rock, fino all’elettronica. Mia ha sempre invece cercato di superare i generi e rielaborare linguaggi già in uso, dalla musica ottocentesca o francese alla canzone d’autore, dal jazz al pop fino al funk.

Nelle loro esibizioni, entrambe sembrano dar voce a una sorta di dolore profondo, anche se in modo differente: Loredana con veemenza, Mia mettendo in evidenza le proprie fragilità (forse non solo le sue, ma quelle di tutti noi che la ascoltiamo).

Le diversità emersero per esempio perfino quando posarono per Playboy, con la sensualità prorompente di Loredana e quella più tenera di Mia.

Ma le loro differenze stilistiche, che rispecchiavano anche quelle caratteriali, non hanno ostacolato riuscite collaborazioni, come nel caso della partecipazione in coppia al Festival di Sanremo nel 1993 con il brano Stiamo come stiamo (classificato penultimo, ma non per questo da dimenticare).