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Guida definitiva alle cuffie perfette

di Redazione
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Immaginate un mondo senza cuffie, un mondo dove la musica esce dai soli altoparlanti dei dispositivi. Cambierebbe completamente il nostro approccio alla vita: in metro, in autobus, per strada, perfino in un bar non potremmo goderci il tempo immersi nei suoni che amiamo. La musica smetterebbe di essere la colonna sonora della nostra esistenza.

Ecco, ora svegliamoci dall’incubo e ringraziamo quel genio di Nathaniel Baldwin, che nel 1910 brevettò il primo sistema auricolare della storia, e cerchiamo di capire meglio come goderci al massimo questo prodigioso strumento che abbiamo la fortuna di aver ereditato. 

Un nuovo modo di ascoltare

Quando Nathaniel Baldwin inventa il primo sistema auricolare, la marina americana capisce immediatamente le potenzialità infinte del mezzo e, dopo averlo profumatamente pagato, inizia a impiegarlo come strumento di comunicazione militare. 

Per i primi utilizzi privati degli auricolari bisogna però attendere la seconda metà degli anni ’30, quando l’azienda tedesca Beyerdynamic lancia il famoso modello DT-48, capostipite delle moderne cuffie on ear.

L’invasione del mercato musicale avviene successivamente, a partire dall’inizio degli anni ‘60: nel 1958 il musicista John Koss, fondatore della KOSS Corporation, sviluppa il prototipo di un paio di cuffie specializzate all’ascolto della musica e la Sony, nel 1964, mette in commercio la prima radio dotata del Jack audio, il connettore da 3,5 mm.

Si segna in questi anni la prima vera svolta nelle modalità dell’ascolto musicale di massa. Nel decennio che va dal ’65 al ’75, infatti, il mercato viene aggredito dai grandi produttori internazionali che segneranno la storia recente delle cuffie: Sennheiser e Philips, per citarne alcuni. 

Nel 1979 è ancora Sony a rivoluzionare il mercato: viene presentato il primo Walkman, l’iconico TPS-L2. Da quel momento in poi il possesso di paio di auricolari diventa indispensabile e il mercato delle cuffie subisce una ulteriore accelerazione che culmina, a cavallo del millennio, nello sviluppo delle nuove tecnologie wireless.

Nel 1999 la Ericsson brevetta la prima tecnologia Bluetooth che rende possibile, diciassette anni dopo, nel 2016, la produzione delle iconiche Airpods, i primi auricolari completamente wireless della Apple.

Con la nascita, il successo e l’incredibile proliferazione degli smartphone, gli auricolari diventano un oggetto imprescindibile della quotidianità: dall’ascolto dei nostri brani preferiti alle chiamate telefoniche oggi è davvero impossibile farne a meno. 

Un modello per ogni necessità 

Nella ormai secolare storia degli auricolari si sono andate sviluppando diverse tipologie di cuffie, adatte ai diversi tipi di ascolto ma anche pensate per soddisfare le svariate necessità dei consumatori: andiamo a scoprire quali sono le tipologie più diffuse sul mercato.

Earbuds

Sono le tradizionali “cuffiette” con filo che si appoggiano all’orecchio. Hanno invaso le nostre case con la diffusione del primo Walkman negli anni ’80, ma ancora oggi ricoprono una larga fetta del mercato. Sono spesso date in dotazione quando si acquistano nuovi lettori musicali, Smartphone o Tablet.

Si collegano ai dispositivi con il cavo da 3,5mm e sono note per la loro economicità. La qualità dell’audio è generalmente discreta, ma peccano di stabilità ed è assente un sistema di soppressione del rumore esterno. Utilissime per le chiamate vocali quando sono dotate di microfono integrato, non rappresentano però lo strumento ideale per chi ha necessità di ascoltare musica in formati di alta qualità.

Ecco alcuni tra modelli migliori presenti sul nostro sito:

On-ear

Sono chiamate anche sovraurali perché si poggiano sulle orecchie ma non le avvolgono completamente. Insieme alle in-ear, sono le cuffie più ricercate del mercato perché riescono a coniugare buona portabilità e discreta qualità del suono.

Sono generalmente molto leggere e in commercio esistono modelli pieghevoli e wireless che ne accrescono l’usabilità e la mobilità. La qualità dell’audio è generalmente buona, sicuramente migliore dei classici auricolari earbuds o in-ear, e molti modelli permettono la soppressione dei rumori esterni. 

Una selezione di modelli dal più economico al più professionale:

In-ear

Contrariamente alle on-ear, le cuffie in-ear si inseriscono all’interno del canale uditivo e perciò sono dette anche intrauricolari. Permettono un evidente isolamento acustico grazie alla loro conformazione, analoga a quella dei tappi per le orecchie, e garantiscono una ottima qualità del suono, soprattutto nella riproduzione dei bassi.

Grazie alla profondità di applicazione, ottenuta inserendo e facendo aderire al canale uditivo i gommini in plastica o silicone, sono perfette per l’attività fisica perché offrono massima libertà nel movimento. Per il bene del nostro apparato uditivo, è importante non utilizzarle a volume massimo o comunque superiore al 70% per tempo prolungato.

Alcuni tra i tantissimi modelli presenti sul nostro sito:

Over-ear

Sono le più massicce ma anche quelle che garantiscono la migliore qualità del suono. Le cuffie circondano il padiglione auricolare, e grazie a una buona imbottitura permettono di staccare leggermente gli auricolari dal canale uditivo, avvolgendolo ma non schiacciandolo.

Vengono chiamate anche circumaurali e sono le cuffie perfette per chi cerca prestazioni massime e suoni hi-fi. Assicurano la resa spaziale del suono, un ottimo isolamento, frequenze ampie e fedeli accompagnate da un comfort di altissimo livello. La loro dimensione non le rende però adatte alla mobilità e sono indicate per un uso prettamente casalingo. 

Selezione di cuffie per professionisti o amanti della qualità del suono:

Cuffie wireless

Regine del mercato, le cuffie wireless rappresentano in modo eccellente le nuove frontiere dell’ascolto musicale. La musica così detta liquida, anytime e anywhere, ha contribuito all’incredibile successo che i modelli “senza fili” stanno avendo negli ultimi anni.

Racchiudendo in loro tutti i modelli precedenti, ci sono infatti cuffie wireless per ogni tipologia che abbiamo visto sopra. Permettono una incredibile libertà di movimento sia in casa sia all’aperto. Hanno un raggio d’azione generalmente racchiuso intorno ai 10 metri, ma presentano un limite di autonomia: basate infatti su tecnologie di trasmissione a infrarossi, radiofrequenza o Bluetooth, necessitano di batterie da ricaricare.

Cuffie a conduzione ossea

Sono un particolarissimo tipo di auricolari che permette la riproduzione del suono attraverso le ossa del cranio. Basate su una tecnologia sviluppata per gli apparecchi acustici, hanno diversi vantaggi spendibili, per esempio, per chi è un appassionato di sport. Mantengono infatti la pulizia e la chiarezza del suono anche in luoghi particolarmente rumorosi ma non isolano dai rumori esterni.

Non inserendosi nel canale uditivo, presentano una buona dose di comfort anche per lunghe sessioni d’ascolto, anche se non garantiscono una qualità paragonabile a quella delle cuffie tradizionali. L’invio di vibrazioni attraverso le ossa, bypassando il timpano, non permette una trasmissione del suono fedele e l’assenza di isolamento restituisce un suono generalmente più ovattato.

Usi e precauzioni delle cuffie 

Come abbiamo visto le cuffie sono utilizzate, in generale, per riprodurre file audio privatamente, escludendo quindi dall’ascolto chi ci sta intorno e in un certo senso isolandoci dal contesto. Sono nate con lo scopo di permettere l’ascolto portatile della musica ma anche di eludere i rumori di luoghi affollati come mezzi pubblici e stazioni.

In realtà l’utilizzo degli auricolari si è poi diversificato nel tempo. Oggi, infatti, le cuffie vengono utilizzate per i più diversi motivi: per telefonate mentre si è alla guida o in abbinamento con pc e altri sistemi digitali. Grazie alla loro possibilità di rendere fedelmente suoni di alta qualità, vengono impiegati anche in produzioni professionali, durante le registrazioni e nelle fasi di missaggio dei brani musicali.

Tutti questi usi, però, devono sempre tenere presente che l’apparato uditivo è un organo e come tale va tutelato. L’ascolto prolungato e a volumi elevati può causare danni all’udito, spesso emergenti a lunghissima distanza. La legislazione sanitaria italiana ha provveduto a stilare una tabella che mostra le massime pressioni acustiche tollerate dall’udito umano, messe a rapporto con la durata dell’esposizione, e confrontate con le varie sensibilità e frequenza dichiarate dai produttori di cuffie. La pressione sonora si calcola in DB che vanno da un minimo di 85 (ascoltabili per 8 ore consecutive) a un massimo di 115 (ascoltabili per soli 30 secondi). Oltre i 115 DB si raggiunge la soglia del dolore, con danni immediati e temporanei relativi all’udito; oltre i 140 DB si raggiunge la così detta soglia di rottura, che porta a danni immediati e permanenti.

Quindi è innegabile che l’invenzione delle cuffie sia stata una delle più incredibili e utili scoperte per gli amanti della musica e non solo, ma sappiamo anche che l’uso scorretto e ingenuo del mezzo potrebbe portarci rischi indesiderati.Speriamo allora che questa breve guida sia d’aiuto per tutti coloro che vogliono continuare a vivere in modo consapevole la musica: per una colonna sonora che ci accompagni quotidianamente.